Action française

Movimento politico francese di estrema destra, che derivò il nome dall’omonima rivista fondata nel 1899 da Henry Vaugeois. Si caratterizzò subito per le idee nazionalistiche e monarchiche e per la posizione rigidamente antidreyfusarda in un periodo in cui l’“affaire Dreyfus” lacerava ancora la coscienza dei francesi. L’Action Française, sostenuta dalla nobiltà e dal clero reazionario, fu particolarmente attiva tra le due guerre mondiali. Affascinò numerosi studenti e giovani intellettuali, ma conquistò consensi anche tra gli strati della piccola borghesia convinti di trovare un riscatto alla propria crisi sociale attraverso una politica di potenza nazionale (nazionalismo). Ebbe un ampio uditorio anche la demagogica propaganda contro gli immigrati stranieri (i “métèques”), gli ebrei, i massoni e i comunisti. I teorici del movimento, tra i quali spiccano Charles Maurras e Léon Daudet, proponevano il ritorno alla monarchia fondata sull’alleanza fra il trono e l’altare, in una società organica e fortemente gerarchizzata, antidemocratica e antiliberale. L’uso palesemente strumentale della religione per propagandare un progetto politico sostanzialmente fascista non piacque a papa Pio XI, che nel 1926 accusò l’Action française di “modernismo”. Il ricorso alla violenza, culminato nell’aggressione a Léon Blum durante un funerale, indusse il governo a sciogliere il movimento nel 1935. L’Action française ebbe ancora un momento di vitalità durante la seconda guerra mondiale, quando sostenne il governo collaborazionista del maresciallo Pétain nella repubblica di Vichy. Fu definitivamente soppressa nel 1944 dalle autorità della Francia liberata.