Necker, Jacques

(Ginevra 1732, † Coppet, presso Ginevra, 1804). Finanziere e uomo politico svizzero. Banchiere protestante, si trasferì a Parigi nel 1747, iniziando presto l’attività finanziaria ed entrando in rapporto con É.-F. Choiseul-Amboise. Nel 1765 fu eletto sindaco della Compagnia francese delle Indie; nel 1773 scrisse l’Elogio di J.B. Colbert e nel 1775 il Saggio sul commercio dei grani, in cui attaccava la politica economica di R.J. Turgot e si faceva assertore del controllo del commercio dei grani da parte dello stato. Direttore del Tesoro reale sotto Luigi XV nel 1776, responsabile delle Finanze nel 1777 (non ebbe però il titolo di controllore generale per la sua origine straniera), senza inasprire il carico fiscale iniziò ad attuare un piano di riforme per razionalizzare l’amministrazione e far fronte alle ingenti spese della guerra a sostegno dei coloni americani: ridusse le spese di corte, allargò la sfera di riscossione diretta delle imposte da parte dello stato, ricorse ai prestiti interni ed esteri. Nella Memoria indirizzata al re auspicò poi la creazione di assemblee provinciali composte dai rappresentanti dei tre stati con funzioni amministrative e fiscali. Nel febbraio 1781 rese pubblico il suo Rendiconto al re, in cui tracciava il quadro generale del bilancio dello stato, indicando le spese parassitarie ma facendo apparire i conti artificiosamente in attivo. Il 19 maggio 1781 venne licenziato dal re su pressione di coloro che, legati ai vecchi privilegi, avversavano il suo programma di riforma. Attaccò quindi la politica del suo successore C.-A. Calonne in Sull’amministrazione delle finanze della Francia (1784) e nella Memoria in risposta al discorso pronunciato da Calonne (1787). Richiamato il 25 agosto 1788, fece convocare gli Stati generali per il 5 maggio 1789, riuscendo a ottenere il raddoppiamento della rappresentanza del Terzo Stato. Destituito l’11 luglio 1789, venne richiamato il 16 luglio sotto la pressione popolare, all’indomani della presa della Bastiglia. Non riuscì però a realizzare il suo programma e si dimise due mesi dopo ritirandosi con la figlia G. Necker (nota come Madame de Staël) a Coppet. Qui scrisse Sull’amministrazione di Necker (1791), Sul potere esecutivo nei grandi stati (1792) e una Storia della Rivoluzione francese (1797).