Sarkozy, Nicolas

(Parigi 1955, viv.). Uomo politico francese di origine greco-ungherese.

Dopo il compimento degli studi universitari in legge, nel 1976 aderì al Raggruppamento per la Repubblica, il partito neogollista fondato da Jacques Chirac. Nel 1983 fu eletto sindaco di Neuilly-sur-Seine, carica che mantenne sino al 2002. Conquistò un seggio all’Assemblea nazionale nel 1988 e nel 1993 acquisì notorietà nazionale, allorché fu nominato ministro del budget e divenne il protavoce ufficiale del primo ministro Édouard Balladur. Nel 2002, all’indomani della rielezione di Chirac alla presidenza dello stato, divenne ministro degli interni e due anni dopo ministro delle finanze. Dopo poco lasciò quest’ultimo incarico per assumere la presidenza dell’Unione per un movimento popolare (UMP), il partito neogollista fondato da Chirac in sostituzione del Raggruppamento per la Repubblica. Nel 2005 riassunse l’incarico di ministro degli interni sotto il governo guidato da Dominique de Villepin, affrontando energicamente le rivolte dei giovani immigrati clandestini nelle periferie francesi.

Nel 2007 si candidò alla presidenza, battendo al secondo turno la socialista Ségolène Royal e promettendo riforme economiche strutturali, tra cui la riduzione delle tasse e la liberalizzazione del mercato del lavoro. Dopo il successo dell’UMP alle elezioni di giugno dello stesso anno, incaricò François Fillon di formare un nuovo governo. Pur mantenendo il rilancio del processo costituzionale europeo al centro della sua politica estera, intensificò i rapporti con gli USA, Israele assumendo al contempo una posizione intransigente verso l’Iran. Nel marzo 2010 l’UMP subì una clamorosa sconfitta alle elezioni regionali, che da molti osservatori fu interpretata come un segno di crescente disaffezione da parte dell’elettorale francese nei confronti del presidente. Nei primi mesi del 2011 assunse una linea di duro confronto con il regime di Gheddafi, facendosi interprete della necessità, sotto mandato dell’ONU, di un attacco a protezione dei civili minacciati dalla violenta repressione del rais. Nello stesso anno, giocò insieme al cancelliere tedesco, Angela Merkel, un ruolo di primo piano nel tentativo, non sempre coronato da successo, di predisporre a livello europeo risposte efficaci di fronte all’aggravarsi progressivo degli effetti della crisi finanziaria globale. A fronte di una crescente perdita di consensi, causata soprattutto dalla sua politica economica, ritenuta troppo fortemente condizionata dalla linea di rigore finanziario imposta a livello europeo dalla Germania di Angela Merkel, nelle elezioni presidenziali della primavera 2012 subì una netta sconfitta, venendo superato dal socialista François Hollande.