equilibrio

Categoria fondamentale delle relazioni internazionali, il concetto di equilibrio presuppone che gli stati tendano spontaneamente o necessariamente o per esplicita intenzione ad aggregarsi per difendersi nei confronti di una potenza che si sforza di egemonizzare tutte le altre, oppure che essi si distribuiscano in blocchi di alleanze (di tipo sia bipolare sia multipolare) in vista della conservazione della pace. Con la sua forte suggestione, questa idea (che fu formulata per la prima volta in modo sistematico nel saggio di D. Hume Of Balance of Power del 1742 e che fu inoltre variamente richiamata dai grandi attori della storia delle relazioni internazionali), è stata utilizzata sia per descrivere i rapporti tra Atene e Sparta, sia la condizione degli stati italiani nella seconda metà del XV secolo, sia – con la più intensa espressione di “concerto europeo” – l’assetto internazionale dell’Europa post-napoleonica, sia infine il secondo dopoguerra, contraddistinto dal cosiddetto “equilibrio del terrore” (la forma parossistica dell’equilibrio, che vedrebbe una sorta di immobilizzazione assoluta dei rapporti tra i due blocchi). Nonostante la sua potenza evocativa, il concetto di equilibrio non aiuta a comprendere quali ragioni determinino il passaggio da una condizione di equilibrio a quella della sua rottura, rappresentata dalla guerra. Così, mentre l’equilibrio è il modello cui si rifanno coloro che accettano un’immagine anarchica delle relazioni internazionali, coloro che invece vedono queste ultime assoggettate a una qualche struttura di “ordine” ne respingono ogni fecondità interpretativa.