presidenzialismo

Nella sua accezione più generale sta a indicare il modo di essere delle repubbliche dette presidenziali, nelle quali il presidente accentra nelle propri mani le funzioni di capo dello stato e del potere esecutivo o quanto meno di titolare di fondamentali funzioni di indirizzo di questo potere sulla base di un’autonoma elezione popolare diretta o indiretta. Tipica espressione del presidenzialismo è il sistema politico e costituzionale degli Stati Uniti d’America. Nella sua accezione ideologica positiva il presidenzialismo è l’esempio di una forma di governo nel quale esiste una efficace distribuzione del potere tra i diversi poteri dello stato. Perciò esso costituisce il punto di riferimento delle forze politiche che sono contrarie a un’eccessiva concentrazione del potere nelle mani del parlamento, di cui l’esecutivo è una emanazione. Per contro nell’accezione negativa il presidenzialismo rappresenta un opposto squilibrio a sfavore del parlamento, tale da mettere in atto una pericolosa concentrazione di potere nella mani di un singolo individuo. Questo atteggiamento è stato espresso ripetutamente nella storia, ad esempio dagli avversari nelle Americhe del “bonapartismo” presidenziale e in Francia dai nemici di Luigi Napoleone nella sua fase presidenzialista e dagli avversari di de Gaulle. In Italia negli anni Ottanta del Novecento i fautori del presidenzialismo hanno dato voce alla critica nei confronti della debolezza del parlamento e dei governi da esso emanati. Negli anni Novanta il tema del presidenzialismo è stato anche al centro di un più ampio dibattito, che ha prodotto varie ipotesi di revisione della costituzione repubblicana del 1948.