La guerra nel Pacifico

mondiale, seconda guerra 1942. La “guerra di usura” e le prime grandi sconfitte di Germania e Giappone

Forte anche della neutralità sovietica nei suoi confronti, il Giappone nei primi cinque mesi del nuovo anno annientò le forze britanniche e olandesi in Asia e si impadronì di metà del Pacifico: dalle Filippine (dicembre 1941 -maggio 1942) alla Malesia e a Singapore (gennaio-febbraio 1942), all’Indonesia e alla Birmania (gennaio-marzo 1942). All’inizio dell’estate, i giapponesi attraverso la Birmania minacciavano l’India britannica – che avrebbe potuto trovarsi stretta in una morsa qualora i tedeschi fossero riusciti nell’impresa di spingersi, avanzando in Medio Oriente, fino alla Persia – e, dopo lo sbarco in Nuova Guinea e la conquista dell’isola di Guadalcanal (luglio 1942), costituivano un pericolo incombente sull’Australia. Ma anche la guerra lampo nipponica, così come quella tedesca, fu frenata in maggio nel Mar dei Coralli e a giugno nei pressi delle isole Midway, dove la flotta giapponese subì dure sconfitte da parte americana, al punto da dover accantonare progetti più ambiziosi d’invasione dell’Australia. L’isola di Guadalcanal, inoltre, sarebbe divenuta a partire dal successivo agosto l’epicentro della controffensiva statunitense. In quel medesimo inizio d’estate, la Germania lanciò due diverse offensive, in Russia e in Africa, che costituirono l’apogeo della sua iniziativa militare ma che si sarebbero poi rivelate il preludio del crollo. In Russia, nel settore sud del fronte, la Wehrmacht – affiancata da un corpo di spedizione italiano (CSIR), poi trasformato in Armata Italiana in Russia (ARMIR) – conquistò la Crimea e si spinse oltre il Don, fino a raggiungere il Volga e il Caucaso; a partire da luglio i combattimenti si concentrarono nella città di Stalingrado, dove fino al febbraio 1943 si svolse la più grande battaglia di tutta la storia umana, conclusasi con una catastrofica sconfitta per i tedeschi. In Africa settentrionale, Rommel in giugno conquistò Tobruk e avanzò in Egitto fino quasi ad Alessandria, minacciando il flusso di rifornimenti inglesi – legato al controllo del canale di Suez e di alcune basi aeree nell’Egitto centro-orientale – ma il 3-4 novembre fu sconfitto a El Alamein dal generale inglese Montgomery e dovette iniziare, insieme alle truppe italiane, la ritirata in Libia. L’8 novembre, reparti angloamericani guidati dal generale statunitense Eisenhower sbarcarono in Algeria e Marocco, e a nulla valse il tentativo di Hitler di opporsi invadendo la Tunisia francese, violando così anche l’armistizio con la Francia: il 13 novembre gli inglesi presero Tobruk.