La spartizione della Polonia del settembre 1939

mondiale, seconda guerra 1939-40. Dal crollo della Polonia alla caduta della Francia. La resistenza britannica

La prima fase fu quella della cosiddetta “guerra lampo”, che vide la Germania trionfare in meno di un mese sulla Polonia – attaccata contemporaneamente sul fronte orientale dalle truppe dell’URSS in base alle clausole segrete del patto Molotov-Ribbentrop del 23 agosto 1939 – e occupare la Danimarca e la Norvegia (aprile-giugno 1940). Nel frattempo era stata avviata l’offensiva anche sul fronte occidentale dove si ebbe una iniziale fase di stallo (drôle de guerre, tra il settembre 1939 e il maggio 1940). Il 9 aprile Hitler diede inizio all’invasione proditoria dei paesi neutrali Olanda, Belgio e Lussemburgo, con l’intento di preparare l’attacco risolutivo contro la Francia sul suo fronte più debole. La manovra ebbe pieno successo: i tedeschi il 24 maggio erano a Dunkerque – da dove la marina e l’aviazione britanniche dovettero evacuare in dieci giorni quasi 340.000 soldati inglesi e francesi – e il 5 giugno sfondarono più a sud, con largo impiego di carri armati, la linea difensiva francese fra l’Aisne e la Somme, aggirando la linea fortificata Maginot. Il 14 giugno 1940 occuparono Parigi e il 22 giugno il maresciallo Pétain, che aveva assunto il potere nell’ora della disfatta, firmò l’armistizio. La Francia venne divisa in due parti: la prima comprendente tre quinti circa del territorio posta sotto diretta amministrazione tedesca; la seconda, nella Francia centro-meridionale, affidata a un nuovo governo collaborazionista guidato da Pétain con sede a Vichy. Il 10 giugno era entrata in guerra anche l’Italia, che il 1° settembre aveva proclamato la “non belligeranza” in conseguenza della propria impreparazione militare. L’ingresso in guerra fu dovuto alla convinzione di Mussolini che la guerra fosse stata ormai praticamente vinta dai tedeschi e che quindi fosse giunto il momento per l’Italia di partecipare al bottino. L’Italia lanciò sulle Alpi occidentali un’offensiva contro una Francia già vinta, che però risultò un insuccesso. Il 24 giugno la Francia firmò l’armistizio anche con l’Italia. Dopo la sconfitta della Francia, la Germania scatenò un grande attacco aereo contro l’Inghilterra – dove il 10 maggio era salito al potere Winston Churchill, che incarnava l’indomita volontà del paese di resistere fino alla vittoria – a preparazione di uno sbarco in forze. Se non che gli inglesi avevano un’eccellente aviazione e una indiscussa superiorità navale. Tra l’agosto e l’ottobre del 1940 la “battaglia d’Inghilterra” condotta dalle due aviazioni si trasformò in una decisiva vittoria per gli inglesi, tanto che il previsto sbarco tedesco – la cosiddetta operazione “Leone marino” – dovette essere rinviato a data indefinita. I tedeschi sottoposero al bombardamento terroristico numerose città inglesi, tra cui Coventry e Birmingham. Dopo lo scacco militare subito da una Francia moribonda, Mussolini, desideroso di vittorie, diede inizio a una propria “guerra parallela” a quella tedesca da svilupparsi nel Mediterraneo, in Africa e nei Balcani. Ma alla fine di ottobre un’offensiva italiana in Africa settentrionale contro gli inglesi dovette arrestarsi. Il 28 ottobre Mussolini prese la decisione di attaccare la Grecia, credendo in una facile conquista, ma gli italiani andarono a cozzare contro una fortissima resistenza greca. In novembre, dopo che la flotta italiana aveva già subito una serie di sconfitte, si ebbe l’affondamento di buona parte della flotta di stanza a Taranto. Il 1940 si chiudeva, dunque, con un forte arresto dello slancio aggressivo della Germania e con il fallimento delle ambizioni italiane. Il 27 settembre a Berlino era stato intanto firmato il patto tripartito tra Germania, Italia e Giappone.