Il mondo nel 1878

imperialismo Fasi dell’imperialismo

Nella seconda metà dell’Ottocento al rafforzamento delle ragioni socioeconomiche dell’imperialismo – tra le quali fu fondamentale lo sviluppo impetuoso del capitalismo che caratterizzò in varia misura, dopo la Gran Bretagna e la Francia, anche gli altri paesi europei pervenuti a unità nazionale, nonché gli Stati Uniti e il Giappone – s’aggiunse lo stimolo politicamente decisivo, della ragion di stato, l’idea cioè che l’espansione imperialista costituisse il necessario coronamento ai fini della sicurezza e della sovranità nazionali e uno status symbol irrinunciabile. Dopo la Gran Bretagna e la Francia, anche la Germania guglielmina e l’Italia si lanciarono in imprese di carattere imperialistico in Africa e in Asia; la Russia zarista si mosse in direzione della Siberia, dell’Afghanistan e dei Balcani; da ultimo, tra Otto e Novecento, anche gli USA (impegnati già da tempo in una colonizzazione interna dai tratti imperialisti delle terre indiane del Middle e del Far West) e il Giappone vi si cimentarono, gli uni in America Latina e nel Pacifico, l’altro nel Pacifico e nelle estreme propaggini orientali dell’Asia. Se tutte le potenze imperialistiche si trovarono d’accordo nella spartizione delle proprie zone d’influenza nel decrepito impero cinese, in Africa e nell’Asia mediorientale la loro competizione diede luogo invece ad aspre tensioni e a incidenti militari e diplomatici, la cui progressione portò, insieme ad altri fattori, all’aggravarsi della situazione internazionale e allo scoppio della prima guerra mondiale. Nonostante l’esito del conflitto avesse portato per reazione al concepimento di un’embrionale politica di superamento dei rapporti interimperialistici – sanzionata dall’istituzione della Società delle Nazioni – già negli anni Trenta si ebbe una ripresa in grande stile dell’imperialismo nello stesso continente europeo, condotta soprattutto dalle dittature nazifasciste e poggiante, per quel che riguarda il Terzo Reich, su un’ideologia razzista e pangermanista e sulla strategia della conquista dello “spazio vitale” e, per quanto riguarda invece il fascismo italiano, sul progetto di una velleitaria restaurazione dell’impero romano nell’area mediterranea e africana. L’estrema aggressività di tale orientamento fu tra le cause strutturali della seconda guerra mondiale. Nel secondo dopoguerra la creazione di organismi sovranazionali, come l’ONU, ha posto termine alle tradizionali tendenze imperialiste. Tuttavia, ciò non ha impedito il loro riemergere in forma nuova: da un lato, nei rapporti tra le due superpotenze (USA e URSS) e gli stati più o meno configurabili come loro satelliti; dall’altro, in connessione con il neocolonialismo nelle relazioni tra il Nord e il Sud del mondo, tra paesi sviluppati e paesi sottosviluppati o in via di sviluppo.