cosmopolitismo

Proveniente, nell’accezione culturale moderna, dal francese cosmopolitisme, a sua volta derivato dal greco kosmos-polites, “cittadino del mondo”, il cosmopolitismo designa in generale quelle dottrine che intendono l’uomo – oltre ogni differenza di razza, cultura, religione e nazionalità – nella sua semplice appartenenza all’umanità: costituisce il credo filosofico del “saggio”, che in libertà afferma essere il mondo la sua unica patria. Il cosmopolitismo è da tener distinto, nonostante varie affinità, da altri due concetti simili, l’universalismo e l’internazionalismo, che risultano legati entrambi all’esigenza di superare il particolarismo locale, ma in forza di ideali diversi: il primo essendo più genericamente motivato dal bisogno di negare ogni tipo di individualismo (in ciò opponendosi al cosmopolitismo, che mantiene la dimensione individuale), il secondo essendo peculiarmente collegato alla comparsa della moderna nazione, che si propone di oltrepassare e in qualche misura neutralizzare in una visione appunto “internazionale”. I concetti essenziali del cosmopolitismo furono elaborati nella civiltà greco-romana. Dai sofisti ai cinici, dallo stoicismo alla cultura ellenistica, a Roma, risuonò alto l’ideale cosmopolita affermato nel verso di Terenzio: “Homo sum, nihil humani a me alienum puto”, che filosofi come Seneca e l’imperatore Marco Aurelio tentarono di sistematizzare e tradurre nella prassi politica. Il medioevo universalista cristiano e imperiale fece registrare una caduta delle concezioni cosmopolite, che invece ritornarono in auge nell’età moderna, con Erasmo da Rotterdam, il giusnaturalismo e soprattutto con l’Illuminismo. I valori e le finalità del cosmopolitismo – come si ricava dalle opere di grandi spiriti cosmopoliti come Lessing, Kant e Goethe – furono soprattutto la pace e la creazione di una cultura universale, esente da dogmatismi, tollerante. Anche la massoneria, sorta nel contesto dell’Illuminismo, si proclamò cosmopolita. Se il liberalismo mantenne un retroterra cosmopolita, le altre grandi ideologie otto-novecentesche (socialismo, nazionalismo, comunismo) elaborarono idealità distinte o opposte a esso. Il cosmopolitismo, infine non va confuso con il federalismo. Pur avendo in comune un sostrato liberale e individualista e il valore della conservazione della pace, sono diverse le strade che si propongono per il suo raggiungimento. Mentre il cosmopolitismo s’affida ottimisticamente – con aperture all’utopismo – alla graduale maturazione spirituale, morale, culturale dell’umanità, il federalismo concepisce più realisticamente una via segnata dalla creazione di formazioni statali federali (federazione/confederazione) sempre più ampie, che costituiscano strutture permanenti di risoluzione giuridica dei conflitti e rendano impossibile il ricorso alla guerra.