Michels, Robert

(Colonia 1876, † Roma 1936). Sociologo tedesco. Tra il 1902 e il 1907 militò nel Partito socialista italiano e nel Partito socialdemocratico tedesco. Fu assai attivo all’interno della Seconda Internazionale e si avvicinò progressivamente alle posizioni del sindacalismo rivoluzionario. A causa della sue idee politiche gli fu precluso l’accesso al mondo accademico tedesco. Nel 1907 si trasferì a Torino, dove maturò il suo distacco dall’esperienza socialista: dapprima con un’adesione sempre più marcata alle prospettive anarco-sindacaliste e poi con l’accettazione delle teorie elitistiche elaborate in quegli anni da Mosca e Pareto. Il complesso di queste suggestioni, insieme alle tesi sul partito politico che Michels aveva iniziato a formulare fin dal 1906 in parte rielaborando la sua esperienza di militante socialista e in parte per impulso di Max Weber, trovarono una forma definitiva nella sua opera più nota, la Sociologia del partito politico nella democrazia moderna (1911). Docente di economia politica a Basilea, durante la prima guerra mondiale sostenne le ragioni dell’intervento italiano contro gli imperi centrali. Dopo la guerra si orientò per un ritorno definitivo in Italia, dove nel 1921 ottenne la cittadinanza. Nel 1924-25 si avvicinò, seppure con qualche riserva, al fascismo e a Mussolini. Dal 1928, quando si iscrisse al Partito nazionale fascista e ottenne una cattedra all’Università di Perugia, svolse un’ininterrotta attività di propaganda in favore del regime all’estero. Nella sua vastissima produzione pubblicistica e scientifica hanno un rilievo particolare gli studi dedicati – con un innovativo taglio “sociologico” – alla storia del movimento operaio italiano: tra gli altri, Il proletariato e la borghesia nel movimento socialista italiano (1908), la Storia del marxismo in Italia (1910) e la Storia critica del movimento socialista italiano (1926). Di grande interesse sono anche – oltre alle sue riflessioni sul nazionalismo e il patriottismo e alla sua rielaborazione della teoria weberiana del capo carismatico (utilizzata per legittimare Mussolini) – Socialismo e fascismo in Italia (1925) e Italia di oggi (1930), in cui Michels tentava di stabilire una possibile linea di continuità tra il fascismo e il socialismo italiani. L’opera più complessa resta tuttavia la già citata Sociologia del partito politico (1911), un testo “classico” delle moderne teorie del partito politico, della democrazia e dell’élite. In essa si mostra come all’interno dei moderni partiti politici di massa (anche in quelli che si richiamano agli ideali della democrazia e del socialismo) si sviluppi un’irresistibile tendenza all’oligarchia, che ha le sue radici nelle necessità oggettive dell’organizzazione, nella psicologia dei capi e in quella delle masse. Dall’analisi di questi fattori, Michels ricavava una teoria generale dei limiti della rappresentanza e della democrazia, la cosiddetta “legge ferrea dell’oligarchia”, che a suo giudizio non valeva soltanto sulla scala ridotta del partito ma anche, e maggior ragione, sulla scala più ampia dello stato, contro qualsiasi metafisica della sovranità popolare.