sociologia

È la scienza che studia su diversa scala – dal piccolo gruppo fino alla società globale – i processi, le forme e le regole di costituzione, strutturazione, funzionamento, destrutturazione e cambiamento dei rapporti sociali, intesi quali rapporti associativi tra gli uomini, nonché le relazioni sociali e le azioni che hanno luogo nel loro ambito, indagandone condizioni, natura e conseguenze con propri metodi e tecniche di ricerca e di analisi. L’osservazione e la riflessione teorica sui fenomeni sociali è di molto anteriore all’apparizione del termine “sociologia”, coniato nel 1824 da Auguste Comte, dato che le regole e i problemi della convivenza tra gli uomini sono stati oggetto, da Platone e Aristotele in poi, di molti rami del sapere, dalla filosofia morale e politica alla teologia, dal diritto alla letteratura. Il contributo conoscitivo della sociologia deriva tanto dall’adozione del metodo scientifico, e quindi dal carattere sistematico delle procedure teoriche ed empiriche di descrizione, spiegazione e verifica dei fenomeni osservati, quanto dal suo porsi come un sapere positivo del tutto distinto dal ragionamento normativo, e ciò nonostante muova da premesse filosofiche e di valore. Costituitasi come un’impresa intellettuale tesa a rendere intelligibili le sconvolgenti trasformazioni provocate dalla rivoluzione industriale e dalla Rivoluzione francese e, più in generale, dal passaggio dalla tradizione alla modernità, la sociologia ha posto al centro della sua problematica i temi dell’ordine sociale e del cambiamento sociale, indagando dell’uno e dell’altro natura e condizioni empiriche. Dalle grandi costruzioni teoriche dell’Ottocento – quali quelle di Comte, Spencer e Marx – volte a svelare le leggi generali di movimento della società, a quelle di Pareto e di Parsons, impegnate a individuare le regole di funzionamento dei sistemi sociali, passando per l’opera di autori quali Durkheim e Weber, che più di altri hanno posto le basi per connettere ordine e cambiamento, la sociologia ha prodotto una serie di dicotomie concettuali, di tipologie e di classificazioni, che oltre ad essere a fondamento della sua costruzione teorica, sono state largamente mutuate dalle altre scienze e discipline storiche e sociali. Fin dall’opera dei classici, gli indirizzi teorico-metodologici che caratterizzano la sociologia sono stati molteplici. Essi sono al fondo riconducibili a quattro serie di alternative, relative all’opzione: 1) tra la spiegazione a mezzo di leggi universali e la spiegazione idiografica; 2) tra metodo esplicativo e metodo ermeneutico; 3) tra la spiegazione dei fenomeni sociali a partire dalle azioni individuali e la spiegazione basata su formazioni o su azioni collettive; 4) tra fondamento materiale (interessi) e fondamento ideale (valori) dell’ordine sociale. I numerosi indirizzi teorico-metodologici della sociologia contemporanea – lo strutturalismo, il neofunzionalismo, l’etnometodologia, l’interazionismo simbolico e altri ancora – risultano, pertanto, dai molteplici modi con cui sono combinate tali opzioni, oltre che dal livello di analisi – micro o macro – al quale di preferenza operano. In tal modo, le analisi empiriche spaziano, ad esempio, dalla ricerca delle proprietà costanti delle organizzazioni formali (quali amministrazioni pubbliche, aziende, chiese, ecc.), da una parte, alla descrizione dei rituali di una specifica banda giovanile, dall’altra; dalla determinazione della correlazione generale esistente tra il grado di integrazione di gruppo e il tasso dei suicidi, da un lato, alla spiegazione della genesi del capitalismo in uno specifico contesto storico-culturale, dall’altro; dalla spiegazione dell’ordine (e del disordine) sociale in base alla disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza, da una parte, alla sua spiegazione in funzione del grado di interiorizzazione di valori e norme sociali condivise, dall’altra. Quale che sia l’indirizzo teorico, il livello d’analisi, nonché il fenomeno e il campo d’indagine – non esclusi i più effimeri e circoscritti – la sociologia resta fedele alla propria vocazione scientifica quando adotta un orientamento esplicitamente o implicitamente comparativo e mantiene un riferimento all’insieme (struttura, sistema, formazione sociale o società). Col tempo si è venuta costituendo e istituzionalizzando una partizione tra diversi campi di applicazione della sociologia: in primo luogo tra la sociologia generale e le sociologie speciali, in secondo luogo tra le diverse sociologie speciali, quali la sociologia politica, la sociologia urbana, la sociologia dell’organizzazione, la sociologia dell’educazione, la sociologia della religione, ecc. – specializzazioni rispetto alle quali trovano applicazione, pur in diverso grado, tutti gli indirizzi teorico-metodologici. Emerge al riguardo la specificità dell’approccio sociologico: procedere identificando dimensioni (di volta in volta più o meno prevalenti) economiche, politiche, religiose ecc. dei fatti sociali, in luogo di presupporre l’esistenza di fatti economici, distinti dai fatti politici, da quelli religiosi e così via – come avviene nelle altre scienze sociali. Ciò abilita la sociologia a indagare la più grande varietà di fenomeni che hanno luogo in società, considerati per ciò stesso fenomeni sociali. Ne deriva il contributo specifico di questa scienza: l’applicazione ai diversi campi – economia, politica, diritto, religione, scienza, ecc. – di teorie e ipotesi i cui concetti portanti attengono a tipi di rapporti, relazioni e azioni sociali permanenti – ad esempio: rapporti quali la complementarità, la gerarchia, il dominio; relazioni sociali quali la competizione, la solidarietà, il conflitto; azioni quali le campagne tipiche dei movimenti di opinione o la pressione politica esercitata dai gruppi di interesse. In tal modo, una tipologia sociologica dello scambio sociale consente, ad esempio, di costruire specifiche ipotesi empiriche, storicamente e culturalmente definite, per concorrere a spiegare, una volta, comportamenti tipici di un’economia fondata sul baratto e, un’altra volta, comportamenti caratteristici di un’economia di mercato. Allo stesso modo, una tipologia dell’agire sociale può consentire di costruire ipotesi capaci di contribuire a spiegare il funzionamento o il cambiamento di rapporti e istituzioni economiche, politiche, giuridiche o di altra natura. Questa ambizione della sociologia riflette la duplice finalità teorica che ne sta alla base: da un lato ricercare e rendere intelligibili le strutture, le regole e i processi profondi, nascosti sotto la superficie apparente della vita sociale e che ne spiegano natura e movimento; dall’altro lato, connettere in modo sistematico struttura, biografia e storia. In virtù del carattere astrattivo e generalizzante del suo apparato teorico e concettuale, la sociologia è predisposta a intrattenere rapporti con le altre scienze sociali e con la storiografia – rapporti che, rispetto alle specifiche discipline, sono più o meno sviluppati a seconda del campo concreto di applicazione e dell’indirizzo teorico-metodologico. [Paolo Ceri]