Babeuf, François-Noël

(Saint-Quentin 1760, † Vendôme 1797). Uomo politico francese. Di povere origini, conobbe personalmente la situazione di miseria dei contadini della Francia prerivoluzionaria. Teorico di una società egualitaria e comunistica di stampo agrario, interpretò il governo di Robespierre come un ostacolo all’attuazione di riforme radicali, per poi rivalutarlo dopo la sua caduta. Nel 1794 diede inizio alle pubblicazioni de “Il tribuno del popolo” e l’anno successivo diede alle stampe il Manifesto dei plebei, nel quale sosteneva la necessità di abolire la proprietà privata per istituire la comunione dei beni, al fine di realizzare la felicità comune. Varie volte incarcerato e liberato poco dopo la caduta di Robespierre (1794), all’inizio del 1796 progettò una congiura contro il Direttorio insieme a Filippo Buonarroti, che aveva conosciuto in prigione. Influenzato dalle idee di Rousseau, Mably e Morelly espresse il proprio programma politico nel Manifesto degli Eguali, steso dal compagno Sylvain Maréchal, in cui si proclamava la volontà di “vivere e morire uguali” e si auspicava “il godimento comune dei frutti della terra”. Il progetto egualitario di Babeuf rimase un punto di riferimento importante nella storia del socialismo e soprattutto del comunismo. Esso prevedeva l’impiego della violenza rivoluzionaria da parte di una minoranza risoluta e cosciente, la presa del potere e l’instaurazione di una dittatura che avrebbe posto le basi per la società comunista (babuvismo). Dopo la formazione del comitato insurrezionale (30 marzo 1796), per il tradimento di un delatore la cosiddetta “congiura degli eguali” fu sventata. Arrestato insieme a Buonarroti il 10 maggio 1796, Babeuf fu ghigliottinato il 27 maggio 1797.