babuvismo

Movimento che si ispira agli ideali di Babeuf, François-Noël. Comprende sia coloro che parteciparono alla “congiura degli eguali”, organizzata da Babeuf nel 1796, sia quei cospiratori che, come Filippo Buonarroti, continuarono nei decenni successivi a promuovere il programma del maestro. La congiura degli eguali rappresentò il tentativo di ripristinare, nella fase direttoriana della Rivoluzione francese, gli ideali egualitari del periodo giacobino e della costituzione del 1793. Ne conosciamo il programma attraverso il Manifesto degli eguali di S. Maréchal e gli sviluppi attraverso la Storia della congiura per l’uguaglianza detta di Babeuf, scritta nel 1828 da Filippo Buonarroti. Babeuf, Buonarroti e gli altri membri della “Società del Pantheon” (tra i quali Agostino Darthé e Laurjen de Doimel) estesero il significato dell’egualitarismo giacobino dal campo puramente politico (la costituzione del 1793 prevedeva già il suffragio universale maschile) a quello sociale ed economico. Babeuf sottolineava che la natura ha dato a ogni uomo uguale diritto al godimento dei beni e il dovere di lavorare per contribuire al benessere comune. Fine della società è dunque garantire l’uguaglianza sostanziale dei cittadini, superando la divisione fondamentale tra ricchi e poveri, che ha le sue radici nella proprietà privata. A essa i babuvisti opposero – facendo peraltro riferimento a una società di tipo prevalentemente agrario – la comunanza dei beni e l’organizzazione sociale della produzione e della distribuzione, insistendo con particolare energia sul tema dell’educazione alla fraternità. I babuvisti erano convinti che un simile programma potesse realizzarsi attraverso una rivoluzione e l’instaurazione di una dittatura popolare. Tale rivoluzione, tuttavia, non poteva scaturire spontaneamente dalle masse popolari, impreparate e disorganizzate, ma dall’opera di un gruppo di cospiratori coscienti e organizzati, che conquistasse il potere in modo rivoluzionario per poi esercitarlo con metodi dittatoriali contro ogni tentativo controrivoluzionario. Dalla dittatura popolare sarebbe infine sorta la vera democrazia dell’uguaglianza. Il babuvismo ha ereditato, in una sintesi originale, elementi già presenti nella tradizione politica del tempo. Temi come l’uguaglianza e la critica della proprietà privata si trovano già in Rousseau; gli ideali della rivoluzione e della dittatura democratica sono invece di provenienza giacobina. L’eredità di Babeuf è stata ripresa nei primi decenni del XIX secolo soprattutto da Buonarroti, ma ha costituito più in generale un punto di riferimento importante nella storia ulteriore del socialismo e del comunismo.