Carta dell’antico Egitto con la ripartizione in Alto e Basso Egitto

Egitto L’antico regno (3150-2150 a.C.)

All’inizio dell’antico regno l’Egitto era politicamente unito, anche se permaneva la suddivisione amministrativa tra Alto e Basso Egitto. La fase tinita (I e II dinastia) ebbe come capitale Thinis (nell’Alto Egitto). Il sovrano, autorità assoluta che dominava e dirigeva il paese, portava la doppia corona, bianca dell’Alto Egitto (simbolizzato dal fiore di loto e con la rappresentazione del dio Seth e della dea Nekhbit) e rossa del Basso Egitto (simbolizzato dal papiro e con raffigurato il dio Horus e la dea Uto). Il primo sovrano fu probabilmente Menes. L’amministrazione era già molto progredita: il re (che a partire dalla XVIII dinastia si sarebbe chiamato faraone) era detentore del potere assoluto, di natura divina. Dapprima considerato figlio di un dio per poi essere ritenuto egli stesso una divinità, incarnazione di Horus, il faraone amministrava il paese attraverso un governo di corte. Il territorio era suddiviso in province (nomos), con a capo nomarchi di nomina reale, visitate tre volte all’anno da ispettori reali. Il re era assistito nell’amministrazione da un thati (o vizir) e ai suoi ordini erano posti diversi enti amministrativi, ognuno articolato in uffici differenziati guidati da funzionari sottoposti al vizir. La giustizia era amministrata autonomamente da un Tribunale supremo, o “Corte grande”, da tribunali provinciali e infine da tribunali di villaggio. Sino alla XXVI dinastia non vi furono monete, ma la loro funzione era assolta da una unità di conto, il Deben. Per quanto concerne l’istruzione, accanto alle botteghe artigianali e ai grandi laboratori reali che istruivano i giovani nelle arti e nei mestieri, esistevano scuole inferiori solitamente private (diffuse in tutto il paese) e superiori reali (di cui alcune gestite dai sacerdoti dei templi) che, oltre a insegnare a leggere, scrivere e a far di conto, impartivano lezioni di letteratura, matematica e medicina. Una scuola di palazzo, curata personalmente dal sovrano e frequentata dai prìncipi reali e dai figli dei notabili, aveva come scopo l’insegnamento per coloro che avrebbero ricoperto le alte cariche dello stato. La vita economica era incentrata sull’agricoltura e per il suo miglioramento vennero scavati canali di irrigazione; si procedette regolarmente al censimento della popolazione, mentre si diffondevano la scrittura e il sistema numerico decimale. Durante l’antico regno vennero instaurati rapporti commerciali con i libici e i nubiani e fu raggiunto il Sinai, ricco di miniere di rame. Mentre del periodo tinita si ricorda l’opera di organizzazione statale compiuta dal faraone Khasekem, vissuto all’incirca nel 2700 a.C., del periodo menfita (compreso fra la III e la VI dinastia) va ricordato il sovrano Dhoser (III dinastia), sotto il cui regno probabilmente operò il grande architetto Imhotep che progettò le prime grandi piramidi in pietra e probabilmente ideò il calendario egizio. Sempre durante il regno di Dhoser la capitale venne trasferita da Thinis a Menfi. Intorno al 2600, sotto il regno di Snefru, fondatore della IV dinastia, vennero organizzate spedizioni finalizzate all’approvvigionamento di materie prime in Nubia. Fra i suoi successori, Cheope, Chefren e Micerino sono da ricordarsi per le testimonianze artistiche che lasciarono, e in particolare per i grandi monumenti di el Giza (presso Menfi) che portano il loro nome. A partire dalla IV dinastia furono scavati canali derivati dal Nilo, sia per l’irrigazione sia per il trasporto dei pesanti materiali necessari alla costruzione delle piramidi, e aumentarono gli insediamenti urbani, mentre il potere regio si consolidò ulteriormente grazie al controllo della proprietà dei terreni coltivati e al monopolio dello sfruttamento delle cave, delle miniere e del commercio. L’espansione commerciale ebbe il suo culmine con Sahure, faraone della V dinastia heliopolitana, che riuscì a raggiungere per via marittima il Levante (le coste della Fenicia) e la terra di Punt (la Somalia) e stabilì contatti con Creta. Alla VI dinastia appartenne il faraone Teti (2460 circa) artefice di una politica di pacificazione e di organizzazione politica proseguita poi sotto Pepi I, che guadagnò all’autorità legale anche le zone desertiche infestate dai predoni del deserto. I successori di Pepi I, Merenra e Pepi II, organizzarono sistematici interventi sul Nilo, per renderlo navigabile soprattutto nella zona della prima cateratta presso Assuan. Per via fluviale giungevano infatti la maggior parte delle materie prime provenienti dalle miniere, che a partire da questo periodo vennero sfruttate con regolarità.