L'Egitto nel II millennio a.C.

Egitto Il medio regno (1991-1785 a.C.)

Dopo l’unificazione dell’Egitto, per opera dei sovrani tebani dell’XI dinastia, una grandiosa opera di riorganizzazione dello stato fu intrapresa dagli esponenti della XII dinastia, in particolare da Amenemhat I (1991-62) e da Sesostri I (1962-28). I principi locali furono allora progressivamente esautorati a favore dei presidi delle province, nominati dal sovrano. La capitale Tebe accrebbe la propria influenza e si diffuse il culto di Ammone (e in seguito di Ra, divinità del Basso Egitto). Oltre all’opera di bonifica dell’oasi del Fayyum sotto Sesostri II (1895-78) e all’apertura di nuove miniere di rame nel Sinai, durante il medio regno fu portata a termine una vittoriosa spedizione militare in Nubia, che permise lo sfruttamento delle miniere d’oro di Uadi Allaki. Lo sviluppo economico, testimoniato dagli intensi scambi commerciali con Creta, permise il consolidamento dell’influenza egizia sul Levante e determinò il sorgere di una forte classe media di commercianti, artigiani e piccoli proprietari. Il rafforzamento dell’autorità centrale e la riorganizzazione amministrativa portò al consolidamento dei confini del regno con la costruzione del “Muro del principe” a est, presso Suez, e di varie fortezze in prossimità della Nubia. Tebe rimase la capitale del regno, ma i sovrani della XII dinastia preferirono risiedere a Lisht, presso l’oasi del Fayyum, in cui vollero che fossero eretti i loro sepolcri a piramide. Con Sesostri III (1878-42) e il suo successore Amenemhat III (1842-1797) il processo di consolidamento dell’unità del regno venne portato a compimento attraverso una riorganizzazione amministrativa che comportò l’abolizione dei nomoi e la creazione di tre grandi province.