L’Italia dopo il congresso di Vienna

Restaurazione Dal 1815 al 1830

Le decisioni prese a Vienna furono rafforzate dalla formazione della Santa Alleanza (settembre 1815) a opera di Russia, Austria e Prussia (cui aderirono tutti i sovrani europei, anche la Francia di Luigi XVIII nel 1818), e della Quadruplice Alleanza (novembre 1815) comprendente anche l’Inghilterra, in funzione antifrancese e antirivoluzionaria. Ma la situazione politica generale era più articolata. In primo luogo, l’Inghilterra voleva tenere sotto controllo la Francia, ma senza legarsi troppo alle monarchie assolute e alle forze più oscurantiste; inoltre, le profonde trasformazioni nei rapporti di proprietà e nelle strutture amministrative provocate in molti stati dal dominio napoleonico indussero parte delle classi dirigenti della Restaurazione, timorose di nuove agitazioni sociali, a conservare o adattare le modifiche istituzionali, contrapponendosi così alle correnti più reazionarie fautrici di una Restaurazione pura e semplice delle monarchie per diritto divino; infine, il ritorno di sovrani conservatori o reazionari, la ridistribuzione di molti territori senza tenere conto delle aspirazioni degli abitanti (dovuta all’esigenza delle potenze vincitrici di Napoleone Bonaparte, di prevenire una nuova aggressione francese e di stabilire un equilibrio internazionale), il ristabilimento della piena alleanza tra la monarchia, l’aristocrazia e la chiesa alimentarono presto il nazionalismo e il liberalismo in ascesa. Insieme al Romanticismo e alle idee politico-sociali di pensatori come Burke e Hegel, de Bonald e de Maistre, queste correnti caratterizzarono il generale clima politico e culturale della Restaurazione, in una complessa dialettica politica che ebbe sviluppi ed esiti diversi a seconda delle varie situazioni nazionali. Un ruolo di primo piano ebbe anche l’operato della carboneria e di altre società segrete, unite in una rete di collegamenti internazionali che contribuirono alla diffusione delle idee liberali e allo scoppio delle prime rivolte contro i governi della Restaurazione. Nel 1820-21 moti scoppiati in Spagna e Italia (Piemonte e Regno di Napoli) riuscirono a imporre costituzioni liberali, ma furono presto repressi dall’intervento francese i primi, austriaco i secondi; nel 1825 fallì anche la rivolta dei decabristi in Russia. L’unica rivolta vittoriosa fu l’insurrezione della Grecia per l’indipendenza dall’impero ottomano, che, iniziata nel 1821, sollevò l’entusiasmo dei liberali europei assurgendo a simbolo dei nuovi princìpi; l’indipendenza fu ottenuta nel 1829, grazie all’intervento militare di Inghilterra, Francia e Russia. Ritiratasi nel 1820 dalle ingerenze negli affari interni di altri paesi, l’Inghilterra, patria del liberalismo politico ed economico, emerse come sostenitrice dei movimenti di indipendenza nazionale, e del governo costituzionale in Grecia e Portogallo, facendo così saltare sia la Quadruplice Alleanza che il sistema nato dal congresso di Vienna. Anche la Santa Alleanza entrò in crisi per il contrasto tra Russia e Austria sulla questione d’Oriente. Inoltre, l’operato delle società segrete, malgrado il loro fallimento, mise in luce le debolezze dei regimi e contribuì alla maturazione politica delle opposizioni.