società segrete

Si chiamano società segrete le associazioni caratterizzate generalmente da clandestinità della dottrina, dei programmi, della struttura organizzativa e degli affiliati. L’aspetto costante è la componente rituale, in taluni casi più rilevante della stessa segretezza, che in alcune sette non è considerata indispensabile: le logge massoniche, per esempio, non sono clandestine e alle riunioni sono talvolta invitate persone non affiliate. Ogni membro, dopo l’ingresso nella setta, che prevede un cerimoniale d’iniziazione con prove e rituali, fa giuramento di fedeltà e si impegna a non rivelarne i segreti. Le società segrete possono essere di vario tipo. Storicamente assai importanti sono state le società segrete politiche, per molti aspetti anticipatrici dei moderni partiti politici, che possono essere rivoluzionarie oppure conservatrici e reazionarie. Esempio di società segreta finalizzata alla difesa dell’ordine costituito fu il Fehmgericht, sorto in Vestfalia nel XIII secolo contro il brigantaggio e i disordini provocati dalla lotta tra guelfi e ghibellini, e sopravvissuto fino al 1811. La setta degli Illuminati di Baviera, fondata da Adam Weishaupt nel 1776, fu invece di tendenze anarchiche, ma ebbe vita breve, stroncata da un processo che, nel 1787, ne condannò gli esponenti principali. Le società segrete ebbero particolare importanza nella storia italiana: a partire dal 1790 si formarono, soprattutto in Piemonte e nel napoletano, “club di patrioti”, spesso di origine massonica. Nell’età napoleonica esse furono incoraggiate e appoggiate dagli stati delle coalizioni antifrancesi, con la promessa delle libertà costituzionali e dell’indipendenza nazionale. Entrambe le promesse furono tradite, per cui nell’età della Restaurazione le sette segrete agirono quasi tutte contro i sovrani assoluti e la Santa Alleanza. Durante la Restaurazione le opposizioni politiche non avevano la possibilità di organizzarsi in modo legale, per cui furono costrette a ricorrere alla clandestinità e ad agire mediante strumenti cospirativi. Le sette si strutturavano secondo una rigida gerarchizzazione, che faceva corrispondere a ogni livello un diverso grado di conoscenza delle persone e dei programmi. In questo modo si evitava che l’arresto di qualche membro potesse far crollare l’intera organizzazione, in un periodo in cui la polizia non esitava a ricorrere alla tortura per estorcere informazioni e confessioni. Oltre che per la loro natura organizzativa, le società segrete avevano un carattere elitario in quanto i loro dirigenti erano in linea generale convinti che, almeno al principio del processo insurrezionale e rivoluzionario, solo ristrette avanguardie illuminate e coscienti – e non le masse abbrutite da secoli di oppressione – potessero avere una chiara percezione dei fini ultimi del movimento settario. Derivano da tali fattori le difficoltà che le società segrete incontrarono nell’instaurare rapporti con le masse popolari. D’altronde, la loro composizione sociale non era quasi mai popolare, prevalendo in esse i ceti medio-alti provenienti dalla borghesia amministrativa e intellettuale e dalle file degli studenti universitari e soprattutto dei militari di carriera, che già potevano contare sull’esperienza organizzativa dell’esercito. La più importante delle sette presenti in Italia fu la carboneria, promotrice dei moti costituzionali del 1820-21 nei regni delle Due Sicilie e di Sardegna e di quelli del 1831 nell’Italia centrale. Operavano in Italia anche gli adelfi e i filadelfi, di origine francese, ma diffusi in Piemonte, e la Federazione Italiana. Gli obiettivi comuni erano la richiesta della costituzione (di modello spagnolo, più democratica, o francese, più moderata) e l’indipendenza dai sovrani stranieri; per il resto, i programmi differivano a seconda delle situazioni locali. Talvolta anche all’interno della stessa setta circolavano posizioni non omogenee, con grave pregiudizio per la compattezza operativa durante le insurrezioni. La Giovine Italia, fondata da Mazzini nel 1831 per superare i limiti organizzativi, culturali e strategici della carboneria, era un’associazione clandestina in Italia, ma pubblica all’estero, negli stati più liberali: pertanto si può considerare più un partito che una società segreta. Furono reazionarie e anticarbonare, invece, alcune sette segrete appoggiate dagli stessi sovrani e dalle loro polizie, come i calderari nel regno delle Due Sicilie e i concistoriali nello stato pontificio. Nell’età della Restaurazione il fenomeno delle sette segrete non fu solo italiano, ma fu presente in quasi tutti gli stati assolutistici europei. In Russia operava l’Unione del Pubblico Bene, articolata nella Società del Nord, monarchico-costituzionale, e nella Società del Sud, repubblicana. Entrambe ebbero un ruolo decisivo nella rivolta dei decabristi del 1825. In Polonia operava la Società Patriottica Nazionale, con finalità indipendentistiche e antirusse; in Germania la Burschenschaft (lega degli studenti), nata a Jena nel 1815, che si proponeva obiettivi costituzionali e di unificazione nazionale. L’Eteria greca lottava per l’indipendenza dall’impero turco. In Francia c’erano la carboneria, gli adelfi e i filadelfi; in Spagna la massoneria, la carboneria e i comuneros. Un tentativo di coordinare a livello europeo le società segrete fu realizzato da Filippo Buonarroti, che organizzò una struttura articolata in tre livelli con finalità diverse: alla base c’erano le carbonerie locali, con obiettivi limitati al costituzionalismo; a livello intermedio i Sublimi maestri perfetti (con sede a Ginevra), che si proponevano obiettivi repubblicani; al vertice il Gran Firmamento (con sede a Parigi), con un programma egualitario e socialista ispirato al babuvismo. La fioritura di società segrete politiche non è stato un fenomeno circoscritto all’età napoleonica e poi della Restaurazione, ma si è avuto ovunque si presentassero situazioni di acuta conflittualità tra governi e opposizioni. La questione irlandese, per esempio, provocò la nascita degli Irlandesi Uniti nel 1781 e del movimento feniano nel XIX secolo, in funzione anti-inglese e indipendentista. Nella questione balcanica ebbe un ruolo importante la Mano Nera, che organizzò l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando nel 1914 causando lo scoppio della prima guerra mondiale. Il fenomeno delle società segrete politiche non è esclusivamente europeo. La Cina fu sempre sede di numerose sette segrete, da quella del Loto Bianco del V secolo, fino ai Boxer nazionalisti e antioccidentali della fine del secolo scorso. Negli Stati Uniti, dopo l’abolizione della schiavitù sorse il Ku Klux Klan per impedire col terrore il libero esercizio dei diritti civili e politici alla popolazione di colore. In Africa, dopo la seconda guerra mondiale si sono sviluppate società segrete xenofobe e antimperialistiche, come i Mau-Mau in Kenya. Accanto alle società segrete politiche vi sono poi quelle di carattere iniziatico e religioso, che a volte nascondono soltanto il cerimoniale e i segni di riconoscimento, lasciando alla pubblica conoscenza la dottrina, i luoghi di riunione e talora anche l’elenco degli affiliati. L’iniziazione prevede sempre un rituale e prove da superare e segue solitamente lo schema della “discesa” verso la morte, che indica l’abbandono dello stato profano, e della “risalita” verso la luce, simbolo della nuova vita. Società segrete a sfondo iniziatico sono esistite in quasi tutte le civiltà e religioni. Anche alcune associazioni professionali, come le corporazioni e le gilde medievali (da cui ebbe origine la massoneria), e gruppi particolari, come gli alchimisti, i cabalisti e gli stregoni, hanno dato vita a società segrete. Le logge dove si svolgono le riunioni sono, salvo eccezioni, segrete e la violazione di tale riservatezza è un atto che incorre in sanzioni severissime. La dottrina delle sette esoteriche ha sovente tratti filantropici e propositi di perfezionamento spirituale dei membri della società e dell’umanità intera. Finalità filantropiche hanno caratterizzato, per esempio, l’attività della massoneria e dei Rosacroce. Un breve cenno meritano infine le società segrete di carattere criminale, che sono esistite in tutti i continenti e in ogni periodo storico, dai thugs indiani, strangolatori in nome della dea Kalì, agli uomini-leopardo dell’Africa centrale; dalla corte dei miracoli parigina del XV secolo, alla camorra napoletana e alla mafia siciliana. Anch’esse hanno riti di iniziazione, segnali di riconoscimento, una gerarchia e un gergo, come le società segrete iniziatiche, da cui si differenziano tuttavia per le finalità criminali.