Teodorico

(454, † Ravenna 526). Re degli ostrogoti dal 474 al 526. Successe al padre Teodemiro dopo aver vissuto alcuni anni presso la corte bizantina. Insignito dall’imperatore d’Oriente Zenone del titolo di patrizio, fu poi incaricato di restaurare in Italia l’autorità imperiale che era stata messa in discussione dal re degli eruli Odoacre. Trasferitosi in Italia con tutto il suo popolo (circa 50.000 uomini), sconfisse ed eliminò Odoacre dopo un lungo conflitto (489-93). Solo nel 498 però fu riconosciuto da Bisanzio come rappresentante dell’impero in Italia. Pur praticando una politica di separazione tra goti e italici al fine di preservare l’identità del proprio popolo, si sforzò di sviluppare relazioni pacifiche e di collaborazione con i romani. Mentre i goti assunsero le cariche militari, agli italici andarono quelle civili; restarono in vigore distinti ordinamenti giuridici; furono scoraggiati i matrimoni misti; i goti restarono ariani (arianesimo) ma alla chiesa cattolica fu lasciata piena libertà; le terre vennero spartite a opera di una commissione goto-romana. Questa politica di pacificazione permise una ripresa della vita economica e dello sviluppo urbano, che Teodorico favorì con opere di bonifica e di riattivazione delle vie commerciali. Egli sviluppò inoltre una politica di alleanza con gli altri regni germanici, tentando di imporre la propria egemonia su burgundi, visigoti e vandali. Entrato in guerra con i franchi, li sconfisse ad Arles (509) impadronendosi della Provenza. Nonostante la collaborazione con esponenti dell’aristocrazia romana quali Boezio, Liberio, Simmaco e Cassiodoro, Teodorico fu sempre visto con sospetto e disprezzo da molti membri del patriziato. Anche Bisanzio, temendo la sua eccessiva potenza, iniziò a osteggiarlo. Paventando una congiura nei suoi confronti da parte di impero, chiesa e aristocrazia romana, nel 525 Teodorico scatenò una dura repressione mandando a morte Boezio e Simmaco e facendo imprigionare il papa Giovanni I. Alla sua morte la sua politica di pacificazione venne ripresa dalla figlia Amalasunta.