patria

Derivante dalla formula latina terra patria, ovvero la “terra del padre”, la patria è propriamente il paese dei propri antenati, dove si è nati, col quale ci si identifica culturalmente, politicamente e verso il quale si prova di solito un sentimento di amore e di devozione (patriottismo). Tale definizione, letteralmente esatta, pone subito il problema, significativo sotto il profilo storico-politico, di che cosa effettivamente sia in essa compreso nelle varie epoche, di che cosa si debba intendere per “paese natio”. Se nelle culture contadine questo si limita al villaggio, allargandosi poco più oltre le prime alture visibili, e nei riguardi di esso si verifica un’adesione immediata e univoca, nelle società moderne e contemporanee la patria diventa via via un concetto polivalente che può identificarsi col municipio, la regione, lo stato nazionale o plurinazionale (a prescindere dalle forme di stato o di governo, ovvero che la patria sia una monarchia, una repubblica, ecc.). Si passa anche da una concezione di tipo etnico-naturalistico della patria a una concezione sempre più volontaristico-nazionale (nazione). Nell’età del trionfo dello stato nazionale (nei secoli XIX e XX) la patria in senso proprio non è più tanto la “piccola patria” della circoscrizione territoriale – ristretta (comune) o allargata (provincia, dipartimento, regione) – nella quale materialmente si è nati e di cui si sono assimilati la lingua (o il dialetto), gli usi e i costumi. È piuttosto l’unione politica di due entità immateriali – benché l’una giuridicamente, l’altra moralmente fondate – quali appunto lo stato e la nazione, il cui riscontro fisico è costituito dai confini nazionali e i cui caratteri sono dati dalla comunanza di una lingua ufficiale, di una storia, di strutture statali, di interessi culturali, economici e politici, nonché dal riconoscimento di un comune destino. Gli sviluppi critici più recenti fanno intravedere – senza che peraltro venga meno la concezione “nazionale” della patria – la rivalutazione di concetti localmente più vicini e omogenei alle singole popolazioni e l’elaborazione di possibili patrie sovranazionali (ad esempio, la patria europea).