Partito d’azione

Fu fondato nel 1942 per iniziativa di alcuni liberalsocialisti di Giustizia e Libertà (Emilio Lussu) e repubblicani di sinistra (Ugo La Malfa). Gli aderenti erano prevalentemente intellettuali, professionisti, editori, legati agli ideali del liberalismo di Piero Gobetti o del liberalsocialismo di Carlo Rosselli. Il suo obiettivo era l’abbattimento del fascismo in Italia e la costruzione di una repubblica democratica avanzata, rispettosa dei diritti di libertà individuale, ma aperta alle istanze delle classi lavoratrici. Nel 1943 il Pd’A si diede come organo il giornale “L’Italia libera”, attraverso il quale diffuse la propria concezione laica e repubblicana dello stato e il programma del partito, nel quale trovavano ampio spazio la riforma agraria e la proposta dell’autonomia locale. Durante la Resistenza fece parte del CLN e diede un rilevante contributo alla Resistenza con le brigate “Rosselli” e “Giustizia e Libertà”, comandate da Ferruccio Parri. Polemizzò con il Partito comunista italiano, che nell’ambito della lotta antifascista aveva rinunciato alla pregiudiziale repubblicana, entrando nel regio governo di Badoglio. Dopo la Liberazione, Ferruccio Parri divenne capo del governo (giugno-novembre 1945). Incapace di divenire un moderno partito di massa, alle elezioni dell’Assemblea costituente (2 giugno 1946) il Pd’A ebbe un risultato modesto (1,5%), che ne accelerò la crisi, già preparata dalle divisioni interne. Al congresso di Roma del 1946, infatti, fu evidente la spaccatura tra i seguaci della tendenza socialista e rivoluzionaria di Emilio Lussu, i socialisti gradualisti come Riccardo Lombardi e i democratici-radicali come Ferruccio Parri e Ugo La Malfa. La Malfa abbandonò il partito e, con Omodeo, De Ruggero, Salvatorelli e Vinciguerra, fondò la Concentrazione democratica repubblicana (1946), che in seguito confluì nel Partito repubblicano italiano. Il Pd’A si sciolse nel 1947: la maggioranza degli aderenti (Emilio Lussu, Vittorio Foa, Riccardo Lombardi, Francesco De Martino) entrò nel Partito socialista italiano, una parte nel Partito socialista dei lavoratori italiani (poi Partito socialista democratico italiano) e una parte ancora nel PCI.