Giustizia e Libertà

Fu il nome assunto dalla formazione politica antifascista sorta a Parigi alla fine del 1929 per iniziativa di Carlo Rosselli ed Emilio Lussu. Ispirata al pensiero di Piero Gobetti, era formata da personalità provenienti da diverse correnti politiche della cultura liberale, repubblicana e socialista. La base del movimento fu prevalentemente attivistica, rivolta alla propaganda antifascista in Italia e all’estero. Nel 1932 con l’inizio delle pubblicazioni dei “Quaderni di Giustizia e Libertà” il movimento, sotto l’influsso di Rosselli, andò elaborando il progetto di una rivoluzione antifascista e della costituzione di una repubblica democratica garante delle autonomie locali e impegnata sul terreno della pianificazione economica. La tendenza di GL ad assumere un ruolo egemone sull’antifascismo non comunista e le critiche rivolte ai socialisti per l’inefficace azione svolta contro il fascismo portarono nel 1934 allo scioglimento della Concentrazione antifascista. Dopo lo scoppio del secondo conflitto mondiale crebbe, sotto l’influenza di Lussu, l’attenzione al ruolo del movimento operaio. L’assassinio di Rosselli (1937) segnò la fine dell’unità del movimento, una parte consistente del quale nel giugno del 1942, diede vita al Partito d’azione. Le numerose formazioni partigiane che nacquero all’indomani dell’8 settembre 1943 sotto l’egida del Partito d’azione assunsero nella primavera del 1944 la denominazione di “Brigate Giustizia e Libertà”, e furono tra le formazioni combattenti più impegnate nella Resistenza.