ceto

Indica in generale l’insieme delle persone che all’interno di una determinata società godono di una particolare considerazione sociale, positiva o negativa, e che sono accomunate da un medesimo stile di vita, da modelli di consumo simili, da un eguale livello di istruzione formale o di fatto, da peculiari atteggiamenti e comportamenti, e così via. Il ceto è un gruppo tendenzialmente esclusivo: l’appartenenza a un ceto dipende, infatti, dalla possibilità di disporre di qualche tipo di risorsa, materiale e/o simbolica, che tende a essere monopolizzata da coloro che ne fanno parte. Quanto maggiori sono le difficoltà che si incontrano nell’acquisire tale tipo di risorsa tanto più esclusivo è il ceto. I ceti si distinguono a seconda che la considerazione sociale cui aspirano, e che di fatto ottengono, derivi dalla nascita, dalla professione o dall’esercizio del potere politico o religioso. Laddove i ceti costituiscono non soltanto raggruppamenti di fatto ma definiscono anche la condizione giuridica di coloro che ne fanno parte e posizioni differenziate e gerarchizzate in ordine ai diritti civili e politici, si ha una società per ceti o ordini. La società per ceti, la cui legittimazione si basa o su credenze religiose o su ideologie laiche di tipo organicistico, possiede un elevato grado di stabilità. Ogni ceto, infatti, accetta l’ordine costituito e considera l’adempimento della propria funzione come positivo per la parte e per il tutto. Di conseguenza, nella società per ceti la mobilità sociale, benché non espressamente vietata come nel sistema delle caste, è limitata e il passaggio di un individuo da un ceto all’altro può avvenire o per cooptazione o attraverso il matrimonio. Questa forma di organizzazione sociale, variamente denominata, è sorta in molte società differenti tra loro e in epoche diverse. Nell’Europa occidentale ha trovato la sua espressione più tipica nel feudalesimo, in cui i tre grandi ordini del clero, della nobiltà e del “popolo” (corrispondenti alla tradizionale ripartizione tra coloro che pregano, coloro che combattono e coloro che lavorano), con le loro molteplici articolazioni interne, erano inseriti in un sistema di sovra- e subordinazione che aveva al vertice la nobiltà e il clero, i due ordini privilegiati dotati di tutti i diritti civili, e alla base i contadini in condizioni di servitù. Da questo sistema si sviluppò a partire dal XIII secolo un modello di organizzazione politica (stato dei ceti) caratterizzato dalla presenza di assemblee, come il parlamento inglese, gli Stati generali in Francia o le cortes nei paesi iberici, formate da rappresentanti della nobiltà, del clero e della borghesia (detta anche il “terzo stato”), i quali agivano in difesa dei propri interessi di gruppo e cercavano di ottenere dal sovrano, in cambio del sostegno politico e finanziario, la concessione di privilegi economici e sociali.