Carta del Lavoro

Documento emesso dal Gran Consiglio del fascismo nell’aprile del 1927 con l’apporto essenziale di G. Bottai. In esso il fascismo, con il proposito di superare liberalismo e socialismo, espresse la sua concezione dei rapporti tra capitale e lavoro nel quadro dello stato corporativo, diretto a combattere i conflitti di classe alla luce della solidarietà organica delle parti sociali da porsi al servizio dell’unità del corpo sociale e della potenza nazionale (corporativismo). La Carta del Lavoro sancì la fine di ogni possibilità di organizzazione e di difesa autonoma dei lavoratori, la loro piena subordinazione ai datori di lavoro e la sanzione del ruolo dello stato quale supremo regolatore dei rapporti tra le classi e i gruppi sociali. Fu abolita nel 1944.