Papen, Franz von

(Werl, Vestfalia, 1879, † Obersasbach, Baden, 1969). Uomo politico tedesco. Addetto militare in Messico (1913) e negli Stati Uniti (1915), fu costretto dalle autorità americane a fare ritorno in patria con l’accusa di spionaggio. Membro del partito del Centro cattolico e schierato, in quanto monarchico, alla sua estrema destra, fu deputato al Landtag prussiano dal 1920 al 1928 e dal 1930 al 1932. Dopo le dimissioni di Brüning, fu nominato cancelliere da Hindenburg il 1° giugno del 1932 e rimase in carica fino al 17 novembre dello stesso anno, nelle ultime confuse fasi della repubblica di Weimar, alla vigilia dell’ascesa al potere di Hitler. Formò il cosiddetto “gabinetto dei baroni” governando, come il suo predecessore, per decreti, in piena indipendenza dal parlamento e secondo le modalità di emergenza previste dall’articolo 48 della costituzione di Weimar. Ridiede quindi piena libertà alle squadre paramilitari naziste (giugno), che Brüning aveva tentato di interdire, e sciolse il governo socialdemocratico prussiano (luglio). Dopo le elezioni di luglio, che segnarono un nuovo trionfo per la NSDAP, tentò di chiamare Hitler alla vicecancelleria, ottenendone però un rifiuto. Dopo i risultati delle elezioni di novembre, di fronte all’opposizione dell’estrema destra e dell’estrema sinistra fu costretto a dimettersi e gli succedette alla cancelleria Kurt von Schleicher. Ebbe un ruolo decisivo nella chiamata al potere di Hitler e riuscì a ottenere l’incarico di vicecancelliere nel suo governo, con l’obiettivo – destinato al fallimento – di addomesticare i nazisti. Ebbe ancora un ruolo importante nella decisione di Hitler di epurare il Partito nazionalsocialista dalle tendenze anticapitalistiche e socialisteggianti di G. Strasser e di E. Röhm. Dopo la “notte dei lunghi coltelli” (30 giugno 1934), in cui furono assassinati anche alcuni suoi diretti collaboratori, prese tuttavia le distanze, seppur timidamente, dal Führer. Ciononostante ebbe ancora un ruolo di rilievo nel regime nazista. Firmò il concordato con la chiesa romana (luglio 1933) e ricoprì vari incarichi diplomatici: in Austria (1934-38), dove preparò le condizioni dell’Anschluss, e in Turchia (1939-44). Arrestato nel 1945, al processo di Norimberga fu assolto dalle accuse per crimini di guerra. Dichiarato colpevole da un tribunale tedesco nel 1947, fu poi amnistiato nel 1949 e si ritirò dalla vita pubblica.