Il fronte alpino

mondiale, prima guerra Lo scacco della “guerra di movimento”

Per quanto il conflitto si sviluppasse anche nelle colonie tedesche dell’Africa – che furono per lo più rapidamente conquistate dalle potenze dell’Intesa – e su tutti i mari, la prima guerra mondiale fu essenzialmente una guerra europea e sul suolo europeo si combatterono tutte le battaglie decisive. La Germania, che disponeva di una splendida macchina militare, convinta di poter combattere una guerra lampo rivolta a distruggere l’esercito francese prima di un efficace intervento militare inglese, entrò in guerra sulla base del piano Schlieffen. Esso prevedeva che il grosso delle truppe venisse diretto a ovest, attraverso il Belgio, che venne invaso, contro la Francia per poi volgersi, una volta ottenuta una rapida vittoria, sul fronte orientale contro la Russia. Lo slancio tedesco sul fronte occidentale, tuttavia, fu arrestato prima dai francesi sulla Marna (6-12 settembre 1914) e poi dagli anglo-francesi a nord, verso la Manica, a Yser (18 ottobre – 10 novembre) e a Ypres (23 ottobre – 15 novembre). La guerra di movimento si trasformò in guerra di logoramento lungo oltre ottocento chilometri di trincee dalle Fiandre fino alla frontiera svizzera. Sul fronte orientale, le vittorie tedesche di Tannenberg (27-30 agosto) e dei Laghi Masuri (8-10 settembre) sulle truppe russe furono in parte compensate dai successi riportati da queste sugli austriaci in Galizia; comunque, la resistenza opposta dai russi fu sufficiente a costringere la Germania a distogliere parte del proprio esercito dal fronte occidentale, favorendo la controffensiva dei francesi e determinando il sostanziale fallimento del piano Schlieffen.