Rosmini Serbati, Antonio

(Rovereto, Trento, 1797, † Stresa, Novara, 1855). Filosofo e teologo italiano. Nel 1828 fondò a Domodossola l’Istituto di Carità, più noto come Congregazione rosminiana. Nel 1848 partecipò, da posizioni di liberalismo moderato, al governo piemontese di Vincenzo Gioberti, del quale condivise l’ideale federalistico. Nello stesso anno pubblicò Le cinque piaghe della Chiesa (divisione tra clero e popolo, ignoranza del clero, divisione tra i vescovi, interferenza del potere laico nelle nomine vescovili, segretezza nell’amministrazione dei beni), con proposte innovative di riforma come la netta separazione tra chiesa e stato. L’opera venne messa all’indice. In sede giuridica e politica sostenne i diritti naturali della persona, tra cui quello di proprietà, e vagheggiò l’ideale di una società civile “pura”, con una netta riduzione della presenza dello stato rispetto ai regimi assolutistici del tempo. Attribuì allo stato, i cui poteri devono essere fissati e limitati da una costituzione, il compito di promuovere il bene comune, favorire un’equa distribuzione dei beni e, come una famiglia, sanare pacificamente i conflitti interni. Elaborò inoltre una filosofia dell’Essere ideale, tentativo di confutare ogni forma di soggettivismo fenomenistico con un’ontologia metafisica di ispirazione agostiniana.