mito

  1. Caratteristiche e funzioni
  2. Interpretazioni del mito
  3. Il mito nella società moderna
1. Caratteristiche e funzioni

Il mito è un tipo di comunicazione simbolica presente in tutte le civiltà, non fondato su concrete prove storiche e basato sul bisogno di credere più che sulla convinzione razionale. Ad esso vengono attribuiti un’autorità assoluta implicita e un carattere sacrale (diversamente dalla leggenda o dalla fiaba), che gli permettono di legittimare istituzioni, usanze o rapporti sociali e politici. I miti sono narrazioni riguardanti dei o esseri soprannaturali, o eventi straordinari, in un tempo diverso da quello della normale esperienza umana. La mitologia è sia lo studio del mito, sia il corpus di miti che compare in una specifica tradizione culturale o religiosa e che costituisce un insieme narrativo coerente, l’espressione di un sistema di pensiero. Il mito riveste diverse funzioni: esplicativa-narrativa (di eventi naturali, sociali, culturali); giustificativa-validativa (di culti, gerarchie sociali, ecc.); descrittiva (di eventi che trascendono la comprensione ordinaria); magica e poetica. Principali tipi di mito si possono considerare: dell’origine e creazione; della fine e distruzione; degli eroi; messianici e millenaristici; del tempo e dell’eternità; della provvidenza e del destino; della rinascita e del rinnovamento; della memoria; della divinità; della trasformazione.

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2. Interpretazioni del mito

Dall’antichità in poi le interpretazioni dominanti del mito furono quella razionalistica (mito come trasfigurazione di personaggi storici o di eventi naturali) e allegorica (mito come espressione di verità morali), cui il Rinascimento aggiunse un approccio esoterico e cabalistico-magico. Il primo a sostenere l’autonomia del mito fu Vico, per il quale i miti, espressione della fantasia creativa dell’uomo nelle varie fasi della civiltà, andavano analizzati in quanto dati sull’evoluzione della mente e della società umane. L’Illuminismo stimolò un approccio comparativo, e dal confronto tra miti greci e americani Fontenelle dedusse una generale predisposizione dell’uomo per la mitologia. Anche il Romanticismo incoraggiò lo studio del mito, sia con l’impulso agli studi di linguistica, filologia e storia, sia grazie alla filosofia della mitologia di Schelling. Si definirono in questo periodo i due grandi indirizzi tuttora in auge (con le necessarie variazioni e diversificazioni), tendenti l’uno alla spiegazione, l’altro all’interpretazione del mito. Dalla seconda metà dell’Ottocento in poi l’aumentato interesse di etnologi, antropologi e poi anche psicologi (grazie al ruolo determinante di Freud e Jung nello stabilire uno stretto rapporto tra strutture psicologiche e culturali) ha moltiplicato gli approcci, tra cui si possono distinguere quello fenomenologico, per cui il mito ha una funzione simbolica autonoma nell’attribuzione di senso e di orizzonti all’esistenza umana; quello funzionalista, per cui il mito giustifica e preserva rapporti sociali, istituzioni, usanze culturali e religiose; quello strutturalista, per cui il mito, dato naturale dell’uomo, esiste ed è interpretabile solo in un sistema di miti interconnessi che faccia emergere le analogie strutturali.

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3. Il mito nella società moderna

Attraverso la trasmissione, orale o scritta, il mito viene sottoposto a continua rielaborazione, sviluppo, mutamento; si può quindi considerare il mito, così come il simbolo e il rituale, come una dimensione costante della vita umana, che attraversa tutte le epoche storiche. Stabilire se e quando il mito cessi la sua funzione primaria, o quando non si creino più miti, è molto difficile; nell’età moderna la secolarizzazione e la demitizzazione della religione sono state accompagnate da nuove forme di mitizzazione. I moderni processi di secolarizzazione hanno attenuato l’efficacia di comportamenti (culto, rituale, liturgia) e oggetti simbolici (luoghi sacri), ma non la comunicazione simbolica (mito), la cui ricettività è stata anzi favorita dallo sviluppo dei mass media e della propaganda. È vero, inoltre, che il ruolo e la significazione fondamentali del mito non sono immediatamente evidenti e che la logica che vi soggiace si pone al di là della forma manifesta del racconto; nella società moderna molti bisogni simbolici vengono quindi soddisfatti in una grande varietà di forme.

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