Fourier, Charles

(Besançon 1772, † Parigi 1837). Filosofo ed economista francese. Opere principali: Teoria dei quattro movimenti (1808), Trattato di associazione domestica e agricola (1822), Nuovo mondo industriale e societario (1829). Concepì la storia come un progressivo decadimento da una felicità originaria allo stato selvaggio, al patriarcato, alla barbarie e alla civiltà. Dell’ultimo stadio sottolineò, in contrasto col mito del progresso, i problemi e le contraddizioni: la caotica anarchia produttiva; la sperequazione distributiva, con lo spreco da un lato e la miseria delle masse lavoratrici dall’altro; la schiavitù della donna; il carattere parassitario e fraudolento del commercio. Sviluppò un’antropologia fondata sull’esaltazione delle passioni e del loro sviluppo libero e armonioso, presupposto indispensabile per il raggiungimento della felicità. Previde e propose un modello di società armonica che lo fece annoverare tra i socialisti utopisti (socialismo): pensò a un’aggregazione spontanea di individui, alla libera scelta e alla frequente rotazione delle occupazioni, per rendere il lavoro un’attività attraente e non una sofferenza. Legato a un modello di sviluppo agricolo, anticommerciale e antindustriale, immaginò una società divisa in “falangi” di 1620 persone, residenti in falansteri dove i servizi sono in comune mentre gli appartamenti sono privati. Contrario al comunismo, accettò la proprietà privata e una moderata disuguaglianza distributiva, fondata sugli investimenti di capitale, sul lavoro e sul talento. Sostenne con decisione l’emancipazione della donna, la libertà sessuale e il superamento dell’egoistica istituzione familiare. Criticato da Marx e da Engels in nome del “socialismo scientifico”, il pensiero di Fourier ebbe numerosi seguaci, tra i quali V. Considerant, che ne diffusero le idee e ne tentarono qualche realizzazione pratica, con scarso successo. Le comuni degli anni Sessanta e Settanta del XX secolo si ispirarono talvolta agli ideali fourieriani.