Erasmo da Rotterdam

(Rotterdam 1466 circa, † Basilea 1536). Umanista olandese. Studiò a Denveter, a Hertogenbosch e nel convento agostiniano di Steyn, dove nel 1492 fu ordinato sacerdote. Segretario particolare dal 1494 di Enrico di Bergen, arcivescovo di Cambrai, a Parigi nel 1497 ottenne il baccellierato. In Inghilterra, fra il 1499 e il 1500, fu amico di Thomas More. Tornato a Parigi pubblicò la prima di numerose opere filologiche, gli Adagia, raccolta di sentenze latine. Fra il 1501 e il 1504 frequentò Lovanio, Parigi e nuovamente l’Inghilterra. A Londra pubblicò l’Enchiridion militis christiani (1502), che affrontava nella prospettiva del cosiddetto “umanesimo cristiano” tematiche poi divenute tipiche della Riforma, dall’importanza della coscienza per il cristiano, alla necessità della lettura diretta delle Scritture. Durante il viaggio in Italia (1505-1509) ricevette a Torino il titolo di dottore in teologia, si trasferì poi per un breve periodo a Venezia, presso Aldo Manuzio. Dopo una nuova permanenza in Inghilterra (1509-1514), pubblicò a Parigi la sua opera più celebre, L’elogio della follia, dedicata a Thomas More, in cui diede espressione al nuovo spirito umanistico attraverso la sarcastica critica delle false credenze trasmesse dalla tradizione. La dura condanna della corruzione dell’alta gerarchia ecclesiastica e del commercio delle indulgenze furono anch’essi temi presto ripresi dal pensiero riformato. Nel 1516 pubblicò l’edizione critica del Nuovo Testamento, cui seguirono nel 1521 le Adnotationes e nel 1524 le Paraphrases, alle quali si ispirò Lutero nella sua traduzione tedesca del Nuovo Testamento. Rettore dell’università di Aldington, professore di teologia a Cambridge, scrisse in questi anni l’Institutio principis christiani (1516) e la Querela Pacis (1517), due testi fondamentali per comprendere la sua concezione politica, caratterizzata dall’opposizione alla tirannide e dalla strenua avversione alla guerra in nome di principi umanistici e cristiani. Risiedette dal 1524 a Basilea, dal 1529 a Friburgo per tornare, nel 1535, a Basilea. L’esortazione dello stesso Lutero a unirsi alla Riforma lo spinsero a esprimere, nel De libero arbitrio (1524), il proprio distacco dalla concezione luterana, per difendere la responsabilità e la libertà dell’uomo di accettare o respingere la grazia divina. La definitiva rottura con la chiesa riformata avvenne all’atto della pubblicazione della replica di Lutero nel De servo arbitrio (1525) a cui Erasmo rispose con la Difesa contro il servo arbitrio di Lutero (1526). La convinzione della necessità di una radicale riforma della chiesa cattolica determinarono un rifiuto altrettanto risoluto della nomina a cardinale offertagli da papa Paolo III nel 1535.