conflitto

Relazione sociale tra due o più soggetti, individuali o collettivi, che nel perseguimento di scopi contrastanti agiscono al fine di conformare ciascuno ai propri interessi e orientamenti culturali il rapporto che li lega e/o la struttura dei rapporti del sistema (sociale, economico o politico) in cui sono inseriti, nonché le finalità collettive di questo. Spesso confuso con i concetti di competizione e di guerra – alla quale è ricondotto nella concezione del filosofo tedesco Carl Schmitt (1888-1985) basata sulla distinzione “amico-nemico” – il concetto di conflitto deve essere da questi rigorosamente distinto. Mentre nella competizione è decisiva la somiglianza degli scopi in presenza di risorse scarse, nel conflitto lo è la diversità degli scopi. Se proprio della guerra è l’orientamento all’annientamento dell’altro, lo stesso non si osserva nel caso del conflitto, dove in luogo di nemici vi sono avversari. Ne segue che la violenza non è, come nella guerra, caratteristica necessaria del conflitto. Inoltre, quando si manifesta, è non di rado più distruttiva nella competizione che nel conflitto. Il conflitto può essere o meno regolamentato. La democrazia è un modo di regolare i conflitti, inevitabilmente presenti in una società pluralistica, che favorisce la formazione del consenso alle decisioni collettive. Un modo di regolare il conflitto è dato dalla negoziazione, che rende compatibili gli interessi contrastanti, come avviene nella contrattazione sindacale. Quando, invece, i soggetti collettivi sono mossi da fini non negoziabili, il conflitto è quello tipico dei movimenti sociali o delle azioni di difesa identitaria. A livello macro si distinguono i conflitti societari, caratteristici di ogni specifico modello di società, dai conflitti storici, espressione del passaggio da un modello societario al successivo. Esempio del primo tipo è il conflitto capitale-lavoro proprio della società industriale; esempi del secondo tipo sono le lotte per l’industrializzazione delle società agrarie e le lotte di indipendenza nazionale. Conflitti del primo tipo sono per lo più spiegati in forza di meccanismi socioeconomici, come nell’analisi del conflitto di classe in Marx, mentre quelli del secondo tipo lo sono in forza di istanze e azioni politiche.