Bülow, Bernhard von

(Klein-Flottbek, Amburgo, 1849, † Roma 1929). Uomo politico tedesco. Dopo aver partecipato alla guerra franco-prussiana del 1870-71, abbracciò la carriera diplomatica lavorando, tra il 1876 e il 1888, in diverse ambasciate europee. Ambasciatore a Bucarest (1888-93) e poi a Roma (1893-97) divenne ministro degli Esteri (1897-1900) nel governo di Hohenlohe. In questa posizione iniziò a perseguire il progetto di una “politica mondiale” (Weltpolitik) tedesca, allargando la sfera degli interessi di potenza della Germania al di fuori dell’Europa. I risultati di questa proclamata ricerca di “un posto al sole” – l’annessione tra il 1897 e il 1899 della baia di Kiaochow, delle Marianne, delle Caroline e delle isole di Palau e Samoa – furono in realtà piuttosto modesti. Guadagnatosi in ogni caso le simpatie dell’imperatore, nell’ottobre del 1900 subentrò a Hohenlohe nella duplice carica di cancelliere del Reich e di presidente dei ministri prussiano. Bülow rimase costantemente subordinato alle direttive di Guglielmo II, del barone di Holstein – il vero artefice della politica estera guglielmina – e dell’ammiraglio Tirpitz, dimostrandosi quasi del tutto privo di talento politico. Perseguì due obiettivi strettamente correlati: fare della Germania un soggetto decisivo della politica mondiale, a costo anche di rompere la strategia dell’equilibrio che aveva caratterizzato gli anni del cancellierato bismarckiano; e rinsaldare, sul piano interno, le tradizionali élite del potere politico e sociale. In politica estera il suo obiettivo principale fu quello di isolare la Francia instaurando buoni rapporti con la Gran Bretagna e la Russia. In realtà i rapidi progressi dei programmi navali tedeschi sotto la direzione di Tirpitz, la prima crisi marocchina (1905) e la conferenza di Algeciras (1906), e ancora l’appoggio all’Austria in occasione dell’annessione della Bosnia-Erzegovina (1908) sortirono l’effetto opposto: il consolidamento dell’asse franco-russo-britannico (entente cordiale nel 1904 e Triplice Intesa nel 1907) e il pressoché completo isolamento internazionale della Germania. In politica interna, Bülow adottò timide misure di politica sociale e dovette confrontarsi con una lenta evoluzione di fatto nel senso del regime parlamentare. Sostenuto nel Reichstag dai nazional-liberali, dai conservatori e dal partito del Centro e cedendo alle pressioni dei conservatori agrari smantellò la politica liberistica di Caprivi introducendo una nuova tariffa doganale nel dicembre del 1902. Quest’ampio sostegno venne meno nel 1906, quando il Centro – insieme al Partito socialdemocratico – respinse un bilancio pesantemente gravato dalle spese militari rese necessarie dalla politica imperialistica del governo. Si formò allora il cosiddetto “blocco Bülow”: un’alleanza tra i liberali di destra e i conservatori, che pose fine all’era conservatrice-cattolica riproducendo il vecchio cartello di forze che aveva sostenuto Bismarck. Entrato in contrasto con Guglielmo II dopo l’affaire del Daily Telegraph (28 ottobre 1908), in continue difficoltà nei suoi rapporti con il Reichstag e messo in minoranza su un progetto di riforma delle finanze imperiali e sull’approvazione del bilancio, il 26 giugno del 1909 Bülow fu costretto a dimettersi. Gli subentrò Bethmann-Hollweg. Tra il dicembre del 1914 e il maggio del 1915 fu ambasciatore straordinario a Roma e si adoperò senza esito per convincere le autorità italiane a non entrare in guerra a fianco delle potenze dell’Intesa. Autore di un’opera su La politica tedesca (1916), Bülow scrisse quattro volumi di Memorie pubblicati postumi nel 1930-31.