Genova

Città italiana. Capoluogo della regione Liguria. Fondata dai liguri, divenne poi municipio romano e quindi sede vescovile nel III secolo d.C. Dal 641 fu sede di un ducato longobardo e dal 774 di una contea franca. Nell’888 entrò a far parte della marca degli Obertenghi. Minacciata dai saraceni tra la fine del secolo X e gli inizi dell’XI, si alleò con Pisa e riuscì a scacciarli dal suo territorio; successivamente contribuì anche ad allontanarli dalla Corsica e dalla Sardegna. Alla fine del secolo XI si organizzò secondo uno schema comunale, sotto la guida della “Compagna” (potente sodalizio di mercanti e di armatori) e diventò quindi una grande potenza marittima; prese parte alle crociate e stabilì numerose colonie nel Mediterraneo orientale, sulle sponde del Mar Nero e sino alle foci del Don, che fungevano da importante nodo di connessione con i mercati russi e con le vie della seta. Questa sua espansione la portò a scontrarsi con la repubblica di Pisa (che sconfisse nella battaglia delle Meloria, 1284) e poi con Venezia, (contro la quale conseguì la vittoria di Curzola, 1298). Alle violente lotte intestine, che si scatenarono in seguito tra le fazioni rivali, si cercò di porre un freno con la nomina di un doge, Simone Boccanegra (1339), ma la situazione interna continuò a deteriorarsi e fu aggravata da nuovi scontri con Venezia (guerra di Chioggia, 1378-81). Caduta successivamente (salvo brevi parentesi di libertà) nelle mani dei marchesi del Monferrato, poi dei Visconti, poi dei francesi, indi degli Sforza, saccheggiata nel 1522 dalle soldatesche di Carlo V d’Asburgo, nel 1528 il grande ammiraglio Andrea Doria riuscì a salvarla dagli attacchi delle milizie francesi di Francesco I. Da allora conservò la propria caratteristica di repubblica indipendente e aristocratica sotto il governo dei dogi, mantenendosi però sempre nell’ambito dell’influenza spagnola e quindi diventando il naturale punto di collegamento fra la Spagna e il ducato di Milano, di cui gli spagnoli si erano impadroniti. Il Banco di San Giorgio (fondato a Genova nel 1407) divenne anzi uno dei maggiori soccorritori (e creditori) delle sempre dissestate finanze degli Asburgo di Spagna. Nonostante la maggiore stabilità interna, la repubblica di Genova andò progressivamente perdendo la sua importanza commerciale, sia a causa dell’espansione turca nel Mediterraneo sia perché, dopo la scoperta dell’America e la circumnavigazione dell’Africa da parte dei portoghesi, si erano aperte nuove linee di navigazione che favorivano i porti delle coste atlantiche. La decadenza della Spagna e la scomparsa (al principio del Settecento in conseguenza dell’omonima guerra di Successione) della dominazione spagnola dall’Italia settentrionale contribuirono ad acuire questa crisi. Nel 1746 Genova fu teatro di una violenta insurrezione contro le truppe imperiali, che avevano occupato la città nel corso della guerra di Successione austriaca. Nel 1768 il Banco di San Giorgio, al quale la repubblica aveva affidato il governo della Corsica, finì col cedere alla Francia per denaro quest’isola, non potendo più controllarla a causa della endemica situazione insurrezionale. Occupata nel 1796, senza opporre alcuna resistenza, da reparti dell’armata napoleonica, nell’anno successivo la repubblica oligarchica di Genova cessò di esistere e si trasformò in repubblica “giacobina” (repubblica ligure). Entrò successivamente a far parte della repubblica francese e poi (1805) dell’impero napoleonico come ventottesima divisione militare. Nel 1814 il congresso di Vienna assegnò il territorio dell’antica repubblica (insieme, ovviamente, con la sua capitale) al regno di Sardegna. Questa sudditanza a Torino fu accettata malvolentieri dai genovesi. Il rimpianto per l’antica autonomia favorì l’adesione di molti di essi alla “Giovine Italia”, società segreta fondata dal genovese Mazzini a Marsiglia nel 1831, la quale si proponeva la creazione in Italia di una repubblica unitaria e indipendente. La preparazione di un tentativo insurrezionale fu sventata nel 1833; un altro tentativo (in cui fu coinvolto il giovane Garibaldi) fallì nel 1834. Nel 1849 scoppiò una violenta insurrezione quando sopraggiunse la notizia della sconfitta subita a Novara dall’esercito piemontese contro gli austriaci e del successivo armistizio (26 marzo); ma essa fu prontamente e duramente repressa dal generale Alfonso La Marmora. Nel 1860 i genovesi parteciparono con entusiasmo alla preparazione della spedizione dei Mille e con altrettanto entusiasmo accolsero l’unificazione nazionale, anche se essa si era verificata sotto il vessillo di casa Savoia. Durante la seconda guerra mondiale Genova fu sottoposta a devastanti bombardamenti aerei. Dopo l’8 settembre 1943 divenne un importante epicentro della lotta partigiana.