Caligola, Caio Giulio Cesare Germanico

(Anzio 12, † Roma 41). Imperatore romano dal 37 al 41. Figlio di Germanico e di Agrippina Maggiore, accompagnò il padre durante le campagne militari e fu soprannominato Caligula dal nome delle calzature militari che era solito portare. Morto il padre (19), visse a Roma senza partecipare in alcun modo alla vita politica. A diciannove anni vestì la toga virile e fu nominato, con Tiberio Gemello, erede dell’impero. Fu pontefice nel 31 e questore nel 33. Alla morte di Tiberio, forte del sostegno del prefetto del pretorio Macrone, fu acclamato unico imperatore. Durante i primi mesi del suo impero egli rispettò il senato, restituì funzioni almeno apparentemente elettorali ai comizi, dignità all’ordine equestre, ma il suo concetto di potere, molto più simile a quello orientale che al romano, fu improntato al più rigido assolutismo. Alla fine del 37 cadde gravemente ammalato e, forse, il suo equilibrio mentale ne risultò turbato. Condannò a morte Tiberio Gemello e Macrone e si alienò definitivamente il senato facendosi proclamare console quattro volte e pretendendo l’adorazione dell’imperatore come dio vivente. Persa la popolarità all’interno, si dedicò alla politica estera: costituì degli stati vassalli, organizzò una spedizione sul Reno e progettò la conquista della Britannia che non fu, però, mai attuata. Tornato a Roma nel 40, governò con incredibile crudeltà scatenando nei propri confronti l’odio dei senatori. Fu assassinato in una congiura.