L'islam alla fine del XX secolo

islam L’integralismo islamico

Con la caduta dell’impero ottomano e la colonizzazione, molte delle istituzioni tipiche dei paesi islamici cedettero il passo a modelli di ispirazione occidentale. Anche durante la lotta per l’indipendenza nazionale e la decolonizzazione furono ideologie di origine europea a guidare le classi dirigenti che, una volta al potere, seguirono il modello liberale o quello socialista, mantenendo un certo legame con la tradizione religiosa locale, ma senza più considerarla il fondamento dell’organizzazione della società. Con la crisi delle ideologie importate dall’Occidente, l’aggravarsi dei problemi interni legati alla formidabile crescita demografica e la mancanza di un vero pluralismo politico in grado di promuovere un autentico confronto tra governi e opposizioni, l’islam divenne per molti la bandiera sotto la quale rivendicare diritti e speranze finora negati. Sorsero così nel dopoguerra numerosi gruppi radicali, comunemente definiti integralisti o fondamentalisti, convinti della necessità di abbandonare i modelli stranieri a favore dell’applicazione completa e intransigente dei principi e dei precetti della religione, contribuendo in tal modo non soltanto alla difesa della fede e della tradizione, ma anche alla rinascita culturale dei propri paesi (integralismo). Accanto alle associazioni che operano a livello sociale, specialmente negli ultimi anni, si sono rafforzati o sono sorti veri e propri gruppi terroristici eversivi che mirano, in nome dell’islam, a rovesciare i governi attualmente in carica per sostituirli con altri, fedeli ai principi della religione: tra questi si pensi, per esempio, ai Fratelli musulmani, perlopiù attivi in Egitto, ai taliban afghani e soprattutto alla rete terroristica su scala globale di al-Qaida. Tra gli stati che tuttora pretendono di rappresentare regimi pienamente islamici, l’esempio più noto è senz’altro quello dell’Iran.
[Paolo Branca]
Nei primi anni Duemila, all’indomani degli attacchi terroristici dell’11.09.2001 e del successivo grave inasprimento delle tensioni internazionali, si è assistito a un significativo deterioramento dei rapporti tra mondo occidentale e islam, che si è tradotto nel rafforzamento di movimenti xenofobi in Europa e di analoghi movimenti antioccidentali in Asia e in Africa.
Sotto questo punto di vista suscitano anche numerosi interrogativi gli esiti possibili dell’ondata di proteste di massa che nei primi mesi del 2011 hanno sconvolto gran parte della regione nordafricana e mediorientale, portando al rovesciamento dei regimi di Ben Alì in Tunisia, di Hosni Mubarak in Egitto e di Muammar Gheddafi in Libia.
[Federico Trocini]