Bethmann-Hollweg, Theobald von

(Hohenfinow 1856, † ivi 1921). Uomo politico tedesco. Ministro degli Interni in Prussia dal 1905 al 1907, responsabile dell’Ufficio degli Interni del Reich dal 1907 al 1909, subentrò a Bülow come cancelliere del Reich nel luglio del 1909, in un clima di crescente tensione internazionale e di profonda crisi interna. Tentò di inaugurare un cauto corso riformistico operando al di sopra dei partiti e con il sostegno di maggioranze di volta in volta diverse – ciò che gli procurò l’aperta ostilità dei conservatori e delle destre da un lato, e del partito socialdemocratico dall’altro. In politica estera cercò soprattutto di smorzare, fino al 1914, i contrasti con la Gran Bretagna ma, subordinato di fatto alle pressioni dell’imperatore, dello stato maggiore dell’esercito e della marina e dei circoli imperialistici, non riuscì nel suo intento. Favorevole alla politica di prudenza che aveva caratterizzato il cancellierato di Caprivi e, per molti aspetti, dello stesso Bismarck, Bethmann-Hollweg dovette adeguarsi alle direttive di Guglielmo II e dello stato maggiore in occasione della seconda crisi marocchina (luglio 1911), che alimentò l’ostilità della Francia e della stessa Gran Bretagna nei confronti di una Germania sempre più isolata sulla scena internazionale. Deciso comunque a rallentare il programma di costruzione della flotta diretto dall’ammiraglio Tirpitz pur di trovare un accordo con il governo di Londra, favorì la missione diplomatica del ministro della guerra britannico Lord Haldane a Berlino, nel febbraio del 1912, che tuttavia fallì per l’opposizione dell’imperatore e di Tirpitz. Durante la crisi del luglio del 1914, di fronte alla prospettiva di un intervento russo nei Balcani e al timore di un ulteriore indebolimento dell’Austria-Ungheria spinse quest’ultima ad agire militarmente contro la Serbia, nella convinzione – prontamente smentita dai fatti – che il conflitto avrebbe mantenuto dimensioni locali. Nel corso della prima guerra mondiale propugnò l’idea di una comunità economica europea sotto la direzione tedesca (la “Mitteleuropa”), oscillando in modo contraddittorio tra le prospettive annessionistiche dei pantedeschi e l’obiettivo di una pace di compromesso. Dopo aver assecondato la violazione della neutralità del Belgio, non fu in grado di controllare lo svolgimento del conflitto e fu costretto a cedere progressivamente il suo potere ai generali Hindenburg e Ludendorff, i quali divennero di fatto gli artefici della politica tedesca. Nel 1917 non riuscì a impedire la guerra sottomarina illimitata e, quindi, l’intervento americano. Nel luglio dello stesso anno, sotto le pressioni di Hindenburg e di Ludendorff, fu costretto a dimettersi. In questa decisione agirono due diversi ordini di ragioni: da un lato, la sua condotta indecisa nella questione della risoluzione di pace proposta dalla maggioranza parlamentare attraverso Mathias Erzberger; dall’altro lato, la sua intenzione di rispondere alla grave crisi politica e sociale interna esplosa nella primavera del 1917 (scioperi, radicalizzazione delle sinistre, effetti del “blocco” alimentare) con una serie di riforme politiche (tra cui l’introduzione del suffragio universale in Alsazia-Lorena e l’ipotesi, appena formulata, dell’abolizione del sistema elettorale delle “tre classi” in Prussia) che suscitarono la più fiera opposizione del partito conservatore. Da tempo ribattezzato dalle destre come “Bethmann Soll-Weg” (“Bethmann devi andartene”), il vecchio cancelliere fu sostituito dallo sconosciuto e ancor più debole Georg Michaelis.