assimilazione

Processo di integrazione di singoli, gruppi o intere popolazioni all’interno di una società ospite, attraverso l’interiorizzazione e l’accettazione di gran parte degli elementi della cultura di questa. Tale forma di integrazione si osserva soprattutto nei fenomeni di immigrazione, nei quali, in un tempo che può richiedere più generazioni, gli immigrati abbandonano i modelli di comportamento propri della cultura d’origine, fino a sostituirli con i modelli dominanti, ai quali conformano da quel momento in avanti la propria condotta. Secondo le elaborazioni teoriche ed empiriche della scuola sociologica di Chicago sviluppate nel corso degli anni Venti e Trenta, in particolare sotto la guida di Robert Park, la trasformazione si compie attraverso quattro fasi: il contatto, la competizione, l’accomodamento, l’assimilazione. Di particolare interesse è la distinzione tra le due ultime fasi. Se, infatti, l’assimilazione è una sorta di integrazione nella società ospite tramite risocializzazione, l’accomodamento (accomodation) è una strategia, più o meno consapevole, di adattamento ad essa tramite l’assunzione delle aspettative provenienti dalla società dominante, senza abdicare nella sostanza alla cultura originaria. Per lo più l’assimilazione è anche il frutto di politiche governative, di modo che l’outsider è soggetto non soltanto a pressioni sociali, ma anche a pressioni istituzionali – nella scuola, nel lavoro, nell’esercito, ecc. – che lo spingono ad assumere la cultura dominante per garantirsi pieno riconoscimento. Al presente, e ancor più in prospettiva, nelle società occidentali tale forma forte e unilaterale di integrazione sembra destinata a cedere il passo a forme basate sulla reciproca influenza e sul riconoscimento giuridico e sociale delle peculiarità culturali dei gruppi e delle popolazioni che compongono una società multietnica e multiculturale. Ciononostante, tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, in seguito alle crescenti difficoltà legate alla gestione della sempre più massiccia immigrazione dai paesi nordafricani e alle tensioni con il mondo arabo scatenate dagli eventi successivi al settembre 2001, si è via via rafforzata la posizione di coloro che contestano duramente il modello multiculturale tradizionalmente adottato nei principali paesi europei, ritenuto responsabile, a loro avviso, di aver favorito non già un’autentica integrazione, ma, al contrario, la semplice giustapposizione di comunità radicalmente diverse e spesso in latente conflitto tra loro.