Vico, Giambattista

(Napoli 1668, † ivi 1744). Filosofo italiano. Di modeste origini, autodidatta e precettore, dal 1699 insegnò eloquenza latina all’Università di Napoli ma non ottenne l’ambita cattedra di diritto civile nel 1723. Nel 1732 fu nominato storico di corte. Morì dopo una vita trascorsa nelle ristrettezze e senza riconoscimenti adeguati al significato della sua opera. La sua fama è affidata alla Scienza Nuova, data alle stampe in una prima versione nel 1725, riscritta nel 1730 e ripubblicata in una nuova edizione nel 1744. Ammiratore di Bacone e Grozio, Vico rifiutò la filosofia di Cartesio: per Vico la natura creata da Dio è inaccessibile all’uomo, la pretesa di una scienza matematizzante della natura è respinta. Solo la cultura è comprensibile all’uomo in quanto prodotto umano. Il rifiuto del razionalismo portò Vico all’identificazione di storia e filosofia. La storia può essere compresa come identità di vero e fatto (verum ipsum factum), di filosofia e filologia, testimonianza di una eterna ragione dell’uomo. La storia così intesa è quindi la “scienza nuova”. La cultura umana è compresa da Vico come il passaggio dell’umanità attraverso l’età degli dei, a struttura patriarcale, degli eroi, organizzata secondo il modello di una società aristocratica, e degli uomini, nella quale si elaborano scienza e filosofia, si realizzano le istituzioni civili e si afferma la legge come condizione della convivenza. Nella storia Vico individua il passaggio delle nazioni e delle civiltà attraverso questi tre stadi, con la possibilità di rivivere a distanza di tempo la conquista della civiltà (“corsi e ricorsi”). La “storia ideale eterna” così individuata rappresenta quindi lo schema essenziale di evoluzione cui lo svolgimento reale tende complessivamente, ma non necessariamente, ad adeguarsi. Fondamentale contributo di Vico fu l’importanza attribuita allo studio dei miti dei popoli primitivi come analisi della cultura umana in senso antropologico, nella quale è decisiva la creazione poetica. Per Vico il linguaggio e la poesia sono espressione diretta dell’animo umano e delle sue forme mentali, in cui si manifestano la fantasia e il sentimento immediato del primitivo.