Veneto

Regione della repubblica italiana. Abitata fin dall’età paleolitica, fu occupata dalla popolazione indoeuropea dei veneti intorno al primo millennio a.C. Dopo l’invasione dei galli (388 a.C.), i veneti si allearono con i romani, che nel III secolo a.C. imposero la propria egemonia nella regione. Particolarmente esposto per motivi geografici alle invasioni barbariche (V secolo d.C.), il Veneto fu in larga parte conquistato dai longobardi (568), che costituirono i ducati di Treviso, Vicenza e Verona. Rimase bizantina la zona costiera, dove in quel periodo era nata Venezia. Nel 774 la parte longobarda cadde sotto il dominio dei franchi, mentre Venezia si andò progressivamente emancipando dal controllo bizantino, per diventare una repubblica marinara sempre più proiettata verso il controllo commerciale del Mediterraneo. Nel XII secolo molte città si liberarono del potere vescovile che si era instaurato in età feudale (X e XI secolo) e si organizzarono in forma comunale, difendendo la propria autonomia dai tentativi di restaurazione imperiale di Federico I Barbarossa e di Federico II di Svevia, rispettivamente nel XII e XIII secolo. Dopo la trasformazione signorile delle organizzazioni cittadine (importanti furono gli Scaligeri a Verona nel XIV secolo), nel XV secolo la regione fu riunificata dalla repubblica di Venezia, intenzionata a rafforzarsi politicamente con la conquista dell’entroterra. La storia del Veneto coincise da allora con quella della Serenissima repubblica fino alla sua caduta nel 1797, quando Napoleone lo invase e, col trattato di Campoformio, lo cedette agli austriaci. Dopo la breve dominazione francese all’interno del regno d’Italia (1805-1814), la regione tornò con il congresso di Vienna sotto gli Asburgo nel regno del Lombardo-Veneto (1815). Il tentativo nel 1848 di ribellione al dominio straniero e di costituzione della repubblica di San Marco, che ebbe per protagonisti Niccolò Tommaseo e Daniele Manin, fu represso nel 1849 e il Veneto fu sottratto all’Austria e annesso all’Italia solo nel 1866, in seguito alla terza guerra d’indipendenza. La regione, che dopo il declino mercantile di Venezia (iniziato nel XVII secolo) ebbe un’economia prevalentemente rurale, avviò in ritardo il processo d’industrializzazione, conoscendo un intenso fenomeno emigratorio a partire dalla fine del XIX secolo. Solo dopo la seconda guerra mondiale (1939-45) si attuò un impetuoso sviluppo industriale, che ebbe nel polo metallurgico e petrolchimico di Marghera il proprio centro principale. Tale sviluppo, che conobbe negli anni Ottanta e Novanta un nuovo impulso e maggior diffusione territoriale, si caratterizzò per la proliferazione di piccole e medie imprese, spesso tecnologicamente avanzate e capaci di inserirsi positivamente nel mercato mondiale, con capitali, imprenditori e manodopera provenienti sovente dall’agricoltura. Si parlò di “modello del nord-est”, secondo alcuni osservatori più flessibile di quello del triangolo industriale e molto adatto a sostenere la sfida della globalizzazione. In tale contesto si svilupparono e raccolsero ampi consensi movimenti autonomistici e federalisti di vario tipo, legati da una forte opposizione al centralismo dello stato unitario.