Unità, L’

Quotidiano del Partito comunista italiano. Fu fondato a Milano nel 1924 come organo del PCd’I, assorbendo le precedenti espressioni della stampa comunista italiana (l’Ordine Nuovo, il “Comunista”, il “Lavoratore”). Il titolo richiamava, oltre al settimanale di Salvemini, la linea politica di Antonio Gramsci (in via di affermazione su quella di Amadeo Bordiga), favorevole all’unità nella lotta degli operai del nord con i contadini del sud. Ufficialmente soppresso dal regime fascista nel 1926, dopo una lunga serie di assalti e violenze squadristiche, uscì in modo saltuario e clandestino per tutto il ventennio. Riprese pubblicazioni regolari nel 1944, diventando, secondo l’indicazione di Palmiro Togliatti, quotidiano di partito e di massa, con un equilibrato dosaggio di analisi politica e di informazione cronistica che gli garantì un’ampia tiratura, peraltro sostenuta in parte con le sottoscrizioni dei lettori e col ricavato delle “Feste dell’Unità”. Nel 1991, dopo lo scioglimento del PCI, divenne il quotidiano del Partito democratico della sinistra (PDS) fino al gennaio del 1998. In seguito alla drastica riduzione delle vendite, nel 2001 una cordata di imprenditori privati rilevò la testata storica, assegnandone la direzione prima a Furio Colombo, poi ad Antonio Padellaro e infine a Pietro Spataro. Nel 2008, in seguito a un ulteriore cambio di proprietà, la direzione fu assegnata a Concita De Gregorio. Il giornale cambiò allora formato, linea editoriale e, pur riconoscendo nel neo-costituito Partito Democratico il proprio principale punto di riferimento politico, cessò definitivamente di essere un quotidiano di partito. Nel luglio 2011 ne assunse la direzione Claudio Sardo.