Toscana

Regione della repubblica italiana. Abitata fin dal paleolitico, intorno al 1000 a.C. fu popolata dagli etruschi (da cui l’antico nome Etruria) e, nella parte nordoccidentale, dai liguri. Dopo secoli di scontri, durati dal V al III secolo a.C., fu conquistata dai romani. In seguito alle invasioni barbariche e alla crisi dell’impero romano d’Occidente, passò sotto la dominazione di Odoacre (476-93), degli ostrogoti (493-553) e dei bizantini (553-68). Nel 568 fu conquistata dai longobardi, che vi costituirono un ducato, con capitale Lucca; nell’812 i franchi, che nel 774 avevano sconfitto i longobardi, la trasformarono in contea e, nel IX secolo, in marchesato. Nell’XI secolo conobbe un fiorente sviluppo economico, culturale, artistico e civile, mentre politicamente l’unità del marchesato, ormai nelle mani della famiglia di Canossa, si disgregò per la proliferazione di poteri feudali, vescovili e, soprattutto, comunali. Le città (Firenze, Pisa, Lucca, Siena) divennero centri di intense attività mercantili, artigianali e finanziarie, nonché di aspri confitti politici tra le parti sociali e tra le fazioni guelfe e ghibelline (XII-XIV secolo). Nel XIV secolo Firenze, la città più forte, avviò quel processo di riunificazione che culminò nella costituzione, sotto la dinastia dei Medici, del granducato di Toscana (1569), che comprendeva quasi interamente la regione. Un nuovo impulso al progresso civile ed economico si ebbe nella stagione del dispotismo illuminato, quando il granducato, dopo l’estinzione dei Medici (1737), era passato agli Asburgo-Lorena. Dopo la parentesi napoleonica (1801-1814), la regione tornò sotto la dinastia lorenese (1815), che la governò in modo moderato, consentendo una vivace vita culturale, di cui fu attivo centro la rivista “Antologia” di Vieusseux. Intanto si andavano diffondendo le idee risorgimentali, che portarono alla breve esperienza della repubblica toscana di Guerrazzi, Mazzoni e Montanelli del 1848-49. Nel 1860 la regione fu annessa al regno sabaudo. In Toscana, che ospitò per alcuni anni la capitale d’Italia nella città di Firenze (1865-70) e che nella seconda guerra mondiale diede un forte contributo alla resistenza antinazista (1943-44), si radicarono presto ideali e movimenti laici e democratici, socialisti e anarchici, creando una tradizione politica che, nel secondo dopoguerra, la rese una delle regioni “rosse” dell’Italia repubblicana, quasi sempre amministrata dalle sinistre. Sotto il profilo economico la Toscana, dopo il declino delle fiorenti attività mercantili e manifatturiere dell’età medievale e rinascimentale, divenne una regione essenzialmente agricola, con la diffusione della conduzione mezzadrile e con colture di pregio come viti e olivi. Solo dopo la seconda guerra mondiale (1939-45) l’industrializzazione, iniziata nella seconda metà del XIX secolo (la Montecatini fu fondata nel 1888), trasformò la fisionomia complessiva della regione, costruendo un modello economico fondato sulla prevalenza delle piccole e medie imprese manifatturiere e terziarie. Una delle più cospicue fonti del reddito regionale è il turismo, alimentato dall’enorme ricchezza di bellezze artistiche e naturali e di testimonianze storiche.