Terracini, Umberto

(Genova 1895, † Roma 1983). Uomo politico italiano. Dal 1899 visse a Torino dove compì gli studi e si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza. Nel 1916, avendo manifestato il suo dissenso nei confronti della guerra, fu arrestato, costretto ad arruolarsi e inviato al fronte, dove rimase fino alla fine del conflitto. Nel 1919 si laureò in legge e, nello stesso anno, fondò con Gramsci, Togliatti e Tasca il settimanale “Ordine Nuovo”. Durante il “biennio rosso” (1919-20), duramente critico verso la direzione del PSI, in cui militava, simpatizzò con la sinistra filosovietica e chiese l’espulsione dei riformisti dal partito, secondo le indicazioni della Terza Internazionale. Nel 1921 fu l’animatore, con i compagni torinesi del gruppo ordinovista e con Bordiga, della scissione di Livorno da cui nacque il Partito comunista d’Italia. Recatosi a Mosca nel 1923, venne arrestato al suo arrivo in Italia e in seguito rilasciato. L’anno successivo approvò le conclusioni del congresso di Lione, che sanciva la leadership nel partito di Gramsci e l’emarginazione di Bordiga. Nel 1926 fu arrestato e deferito al tribunale speciale, quindi (1928) condannato a ventidue anni di carcere. Durante la detenzione entrò più volte in disaccordo con il partito, disapprovando le tesi sul socialfascismo, negando che la crisi economica degli anni Trenta potesse essere considerata come l’anticamera del crollo del capitalismo e opponendosi energicamente al patto nazisovietico del 1939. Nel 1943 fu pertanto espulso dal Partito comunista. Tornato libero nello stesso anno e internato in Svizzera, rimase a lungo isolato, sebbene attivo nella lotta partigiana in Valdossola. I contatti con il partito furono ricuciti solo nel 1945, a guerra finita. Fu quindi presidente dell’Assemblea Costituente, nella quale era stato eletto deputato. Il suo ruolo istituzionale negli anni del dopoguerra fu molto importante e la sua serietà e competenza furono riconosciute da tutte le forze politiche della repubblica. Dal 1948 senatore, nel 1958 diventò presidente del gruppo comunista al senato.