squadrismo

Il termine indica una delle componenti tipiche del fascismo, ovvero il ricorso a gruppi armati (con un inquadramento paramilitare) e alla violenza fisica per intimorire e indebolire gli avversari politici. Fu caratteristico specialmente del fascismo italiano nei suoi primi anni, allorché le squadre armate, sovvenzionate in primo luogo dai grandi agrari e dagli industriali dell’Italia settentrionale, infersero colpi decisivi alle organizzazioni socialiste e sindacali, con l’assalto a sezioni, camere del lavoro, sedi di giornali e l’aggressione a singole personalità. L’esempio italiano fu presto seguito dal nazionalsocialismo tedesco, e poi da altri movimenti fascisti. I membri delle squadre si reclutavano per lo più tra ex militari e tra i ceti medi urbani e rurali, ma anche tra il sottoproletariato. La loro composizione esclusivamente maschile, la presenza prevalente di “giovani” e l’aperto culto della forza indussero gli squadristi a considerarsi una delle migliori incarnazioni dell’“attivismo” e del “vitalismo” fascisti.