servizi segreti

Settore dell’esercito o della polizia destinato a compiti speciali di vigilanza per la tutela della sicurezza interna e internazionale e, in guerra, anche per finalità offensive. Espressione della sfera più o meno ampia degli arcana imperii propria di qualsiasi formazione politica, sono finalizzati principalmente alla raccolta di informazioni riservate tramite la rete degli “agenti segreti”. I servizi segreti furono utilizzati fin dall’antichità dai sovrani, soprattutto con funzioni di politica estera. Ebbero i propri agenti segreti l’assiro Sargon, Ciro di Persia, Alessandro Magno, Giulio Cesare. Sovrani, signorotti, comuni e signorie se ne servirono per tutto il medioevo e nell’età moderna. Nel periodo delle guerre di religione ebbero anche funzioni di spionaggio ideologico. Furono un’arma indispensabile per i protagonisti delle lotte per l’egemonia in Europa, da Richelieu a Napoleone e a Bismarck. Nel Novecento il loro ruolo crebbe ancora con le due guerre mondiali, l’affermazione degli stati totalitari (interessati al controllo assoluto della vita sociale, nella convinzione che ogni oppositore politico fosse un nemico dello stato) e la guerra fredda. Particolarmente noti furono: l’Abwehr di Hitler; il Kempei giapponese, che praticò lo “spionaggio di massa” (ogni cittadino all’estero era invitato a comunicare allo stato le informazioni in suo possesso tramite le ambasciate); la CIA statunitense e la GPU sovietica, impegnate in una lotta di spionaggio e controspionaggio sui segreti atomici nel periodo della guerra fredda. In Italia furono istituiti nel 1925 nell’ambito della difesa militare, con il SIM (Servizio di Informazioni Militari), alle dipendenze del capo di Stato maggiore dell’esercito. Responsabile di atti criminali come l’assassinio dei fratelli Rosselli in Francia (1937), con la caduta del fascismo il SIM fu soppresso e sostituito dal SIFAR (Servizio di Informazione delle Forze Armate, 1949), anch’esso sotto il comando del capo di Stato maggiore dell’esercito. Coperto dal segreto di stato, sotto il comando del generale Giovanni De Lorenzo anche il SIFAR compì una serie di atti illegittimi, tra cui un tentativo di colpo di stato nel 1964 (“piano Solo”). Fu quindi sostituito dal SID (Servizio di Informazione della Difesa) nel 1966, ma la situazione non migliorò. Sotto la direzione del generale Vito Miceli, il SID favorì la strategia della tensione dei gruppi neofascisti, partecipò al tentativo golpista di Valerio Borghese e alle trame nere dell’organizzazione neofascista “Rosa dei venti”. Per evitare tali rischi, nel 1977 i servizi segreti furono oggetto di una riforma che li pose sotto il controllo e la responsabilità politica del presidente del Consiglio e di un comitato interministeriale e la sorveglianza di un comitato interparlamentare. Inoltre i servizi di informazione per la sicurezza militare (SISMI, collocati sotto il ministero della difesa) furono separati da quelli per la sicurezza della democrazia (SISDE, sotto il ministero degli interni). Ciononostante la scarsa fiducia dell’opinione pubblica nella sincera fedeltà dei servizi segreti alla democrazia pone tuttora il problema della loro stessa sopravvivenza.