Popolo della libertà (PdL)

Formazione politica di centrodestra promossa da Silvio Berlusconi in occasione di un comizio a Milano nel novembre 2007 e poi formalmente costituitasi come soggetto unitario nel marzo 2009.
A partire dalla piattaforma elettorale fornita prima dal Polo delle Libertà e poi dalla Casa delle Libertà, nacque in virtù della fusione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale. In occasione delle elezioni anticipate del 2008 il PdL si presentò come federazione tra FI e AN in alleanza con la Lega Nord di Umberto Bossi e il Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo, raccogliendo circa il 38% dei consensi e diventando così la prima forza politica italiana. Nel marzo 2009, all’indomani della costituzione del quarto governo Berlusconi, il PdL si costituì come vero e proprio soggetto politico unitario.
Consolidò ulteriormente la propria posizione di prima forza politica italiana in occasione delle successive elezioni regionali del 2010, riuscendo a conquistare alcune amministrazioni regionali precedentemente governate dal centrosinistra. All’indomani del successo elettorale alle regionali, la sua stessa esistenza fu tuttavia duramente messa a prova dall’aspro scontro tra i suoi due massimi esponenti, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, cui seguì l’espulsione di quest’ultimo e la scissione di una parte minoritaria del partito, che andò successivamente a costituire un gruppo parlamentare autonomo denominato Futuro e libertà. Per effetto dei continui scandali che coinvolsero esponenti di primo piano del partito, le elezioni amministrative del 2011 segnarono un netto arretramento del PdL e, più in generale, della coalizione guidata da Berlusconi, nonché l’avvio di una nuova fase di contrasti interni con i principali partner di governo, tra cui la Lega. All’indomani della sconfitta elettorale, Angelino Alfano, già Ministro della giustizia, fu nominato segretario politico del partito e indicato come possibile successore dello stesso Berlusconi, il quale, a causa della perdita della maggioranza assoluta alla Camera e dell’aggravamento della crisi economica del Paese, nel novembre dello stesso anno rassegnò le dimissioni.
Dopo la caduta del IV governo Berlusconi, il partito sostenne, sotto la guida del nuovo segretario, il governo di Mario Monti, sancendo di fatto la rottura dell’alleanza politica sino ad allora stretta con la Lega di Bossi. L’appoggio a Monti si rivelò tuttavia non incondizionato e, infatti, sull’onda di una crescente opposizione nei confronti della politica di rigore intrapresa dal suo governo, nel dicembre 2012 il PdL ne decretò la caduta. Alle successive elezioni politiche del febbraio 2013, il partito, dopo aver ricostituito l’alleanza con la Lega, si presentò alla guida di una coalizione di centro-destra, la quale, inaspettatamente, raccolse il 29,1% dei consensi su base nazionale. Dopo gli iniziali tentativi non coronati da successo di costituire un governo a guida PD e la rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza, il PdL entrò a far parte, con cinque ministri, di un governo di coalizione presieduto da Enrico Letta.
[Federico Trocini]