Aquileia

Città italiana. Comune della provincia di Udine. Baluardo fortificato fondato dai romani nel 181 a.C. contro le confinanti popolazioni barbariche (galli, giapidi, istri) divenne municipio nel 90 a.C. e conobbe un lungo periodo di prosperità economica, specie nel periodo tardo-antico, grazie soprattutto alla sua posizione di crocevia fra le regioni dell’area padana e quelle dell’area danubiana. Nei secoli V e VI fu devastata prima dai goti, poi dagli unni e quindi dai longobardi, tanto che la sede episcopale, divenuta patriarcato nel 553, venne trasferita temporaneamente nel 568 a Grado. Il patriarcato, nonostante le numerose donazioni di Carlo Magno e dei suoi successori, soltanto nella seconda metà del secolo XI rinacque a nuova vita e riuscì a imporsi politicamente sui territori circostanti, estendendo il suo predominio sino ai confini dell’Ungheria. L’espansione politico-economica di Venezia e la presenza endemica della malaria provocarono la lenta ma irreparabile decadenza della città e del suo patriarcato, nonostante la sua estensione nel Veneto orientale a contatto con altri centri e istituzioni urbane. La sua autonomia, debole e travagliata, terminò nel 1420, quando Aquileia fu assorbita nei possedimenti di terraferma della Serenissima, pur conservando il patriarcato, molti privilegi feudali e la formale signoria cittadina. Questi privilegi vennero totalmente soppressi nel 1509, quando Aquileia diventò un dominio degli Asburgo. Da allora la città perse ogni importanza. Il suo patriarcato fu poi soppresso nel 1751. Nel 1915, durante la prima guerra mondiale, gli austriaci furono scacciati e Aquileia fu occupata dalle truppe italiane.