Milano

Città italiana. Capoluogo della regione Lombardia. Fondata dai galli insubri nel V secolo a.C., occupata dai romani nel 222 a.C., divenne dapprima colonia e poi municipio nel 49 a.C. Nel 395 d.C. assurse al rango di capitale dell’impero romano d’Occidente. All’inizio del IV secolo vi si affermò il cristianesimo, che ebbe nel vescovo Ambrogio uno degli esponenti più importanti di quel periodo. Più volte devastata durante le invasioni barbariche, divenne potente signoria episcopale nella prima metà del secolo XI. Nello scorcio degli anni Cinquanta del medesimo secolo cominciarono a emergere politicamente quelle forze laiche, economicamente ormai fortissime, che nel primo ventennio del secolo XII organizzarono la città in libero comune, il più popoloso e ricco dell’area padana. Nel 1167 Milano fu posta a capo della prima Lega lombarda. Dopo innumerevoli contrasti interni tra le famiglie più antiche, raggruppate nella “Motta”, e le nuove famiglie popolari mercantili, organizzate nella “Credenza di Sant’Ambrogio”, Milano dovette accettare un governo forte e autoritario; nel 1259 riuscì a imporsi la signoria, guelfa e popolare, dei Della Torre, poi nel 1277 prevalsero i Visconti di area ghibellina. Questi riuscirono ad avviare una politica di pacificazione interna e a creare le basi di un vasto stato territoriale che si estese a quasi tutta la Lombardia, oltre che a Novara, Asti, Alessandria e, sia pur per brevi periodi, anche a Genova, Bologna, Perugia, Siena, Pisa, Vicenza, Verona, Padova, Treviso e Belluno, così da prefigurare l’unificazione dell’intera Italia centro-settentrionale. Per legittimare la signoria familiare, Matteo Visconti nel 1294 riuscì a ottenere dall’imperatore Adolfo di Nassau, il titolo di vicario imperiale e Gian Galeazzo nel 1395 ebbe dall’imperatore Venceslao il titolo di duca, che venne definitivamente a riconoscere sia la legittima autorità dei Visconti, sia l’ambito territoriale del ducato di Milano. Dopo la morte dell’ultimo Visconti (1447) e la breve vita dell’aristocratica repubblica ambrosiana (1448-50), Milano dovette accettare la signoria del genero di Filippo Maria Visconti, Francesco Sforza. Sotto la dinastia degli Sforza (1450-1535) il ducato godette di un periodo di notevole prosperità, nonostante i continui contrasti interni e le minacce straniere (francesi, svizzere e imperiali), finché l’imperatore Carlo V, entrato in possesso del ducato nel 1535 (poiché Francesco II Sforza era morto senza eredi diretti), lo assegnò al figlio Filippo II, re di Spagna. Ebbe così inizio il periodo della dominazione spagnola (e della conseguente decadenza economica della città), che si protrasse sino al 1706, quando – durante la guerra di Successione spagnola – il ducato di Milano passò agli Asburgo d’Austria. Nell’epoca napoleonica Milano divenne capitale successivamente della repubblica cisalpina, della prima repubblica italiana e infine del regno d’Italia, salendo a grande splendore. Nel 1814 la città tornò all’Austria con tutta la Lombardia e il Veneto e divenne sede del viceré del regno Lombardo-Veneto. Nel 1848 (ricordiamo le “cinque giornate” del 18-23 marzo) Milano insorse contro gli austriaci e li cacciò; tuttavia, dopo l’intervento dei piemontesi e la loro sconfitta, fu rioccupata dal generale Radetzky. Rimase poi sotto il dominio dell’Austria sino al 1859, quando fu liberata durante la seconda guerra d’indipendenza. Entrò quindi per breve tempo a far parte del regno di Sardegna e quindi (1861) del regno d’Italia.