Matteotti, Giacomo

(Fratta Polesine, Rovigo, 1885, † Roma 1924). Uomo politico italiano. Di formazione giuridica, brillante studioso, si dedicò nel 1910 interamente alla politica tra i consiglieri provinciali del PSI, al quale aveva aderito fin dal 1901. Orientato su posizioni riformiste, fu antimilitarista, pacifista e neutralista durante la prima guerra mondiale. Per tale impegno fu più volte denunciato, processato, incarcerato e confinato. Eletto alla Camera nel 1919, fu rieletto nelle successive consultazioni. Nonostante la convinta professione di principi internazionalisti, fu assertore dell’unità e dell’autonomia politica e organizzativa del socialismo italiano. Perciò fu eletto nel 1922 segretario del Partito socialista unitario (PSU). In tale veste si qualificò come l’avversario “più intelligente e irriducibile” (Gobetti) di Mussolini, di cui denunciò con prove fondate la demagogia, la condotta dittatoriale e le malversazioni criminali già messe in opera. Fu pertanto fatto oggetto di numerosi agguati da parte dei fascisti. Nel giugno del 1924 fu rapito e assassinato mentre si recava in parlamento. Dalla “crisi Matteotti” prese l’avvio in Italia, al principio del 1925, la costruzione della dittatura fascista vera e propria.