Masaniello

(Napoli 1620, † ivi 1647). Capopopolo napoletano. Garzone pescivendolo e piccolo contrabbandiere fattosi occasionalmente agitatore politico contro gli spagnoli (e divenuto perciò oggetto di una dubbia ricostruzione storiografica di tipo nazionalistico), visse nell’epoca del dominio spagnolo in Italia, quando a Napoli, in un clima di diffusa corruzione e di malgoverno, governava il duca d’Arcos. Di fronte all’esasperazione popolare suscitata da una tassa aggiuntiva sulla frutta, il 7 luglio 1647 Masaniello, consigliato da G. Genoino, si mise alla testa di una rivolta plebea che si estese ai ceti sociali intermedi della popolazione napoletana, compresi gli strati burocratico-amministrativi influenzati dal Genoino. Il viceré, dopo aver fatto incerte concessioni economiche e politiche, fuggì. La città cadde preda di eccessi, che finirono per dividere la plebe dal ceto “civile”. Masaniello, nominato “capitano generale del fedelissimo popolo di Napoli” e godendo di un ampio favore, iniziò ben presto ad agire in modo autonomo. Creatasi una spaccatura tra popolari e piazza nobiliare, rimase tuttavia isolato dall’ala più moderata, desiderosa di riforme ma non disposta a mettere in discussione il dominio spagnolo, e fu assassinato dai sicari del duca d’Arcos nella chiesa del Carmine, dove aveva cercato rifugio.