Mani

(Mardinu 216, † Belepat 277). Fondatore del manicheismo. Persiano, di origini aristocratiche, crebbe sotto l’influenza dell’ebraismo e del cristianesimo. A dodici e quattordici anni ebbe due rivelazioni, che lo portarono a ritenersi un eletto. Nel 240 iniziò la propria predicazione itinerante, avendo a modello l’apostolo Paolo. Si recò a Bactria, in India, quindi fece ritorno in Persia, dove godette della protezione di Shapur I. Morto questo nel 272, Bahram I, soggetto all’influenza dello zoroastrismo, perseguitò Mani, che venne giustiziato nel 277, e i suoi seguaci. La sua religione ebbe un carattere accentuatamente sincretistico, essendo fondata sulle contemporanee influenze dello gnosticismo, dello zoroastrismo, del cristianesimo, del buddhismo, del taoismo e del platonismo. Mani si proclamava “discepolo di Gesù Cristo” ed ebbe fama di medico e taumaturgo. Lasciò numerosi scritti, tra cui il Vangelo, il Tesoro, i Misteri, i Salmi e le Preghiere.