Luigi XIII

(Fontainebleau 1601, † Saint-Germain-en-Laye 1643). Re di Francia dal 1610 al 1643. Figlio di Enrico IV e di Maria de’ Medici, fino al 1614 fu sottoposto alla reggenza della madre, a sua volta fortemente influenzata da Concino Concini. Nel 1615 sposò Anna d’Austria, figlia di Filippo III di Spagna, nel quadro della politica filospagnola seguita da Maria de’ Medici (che continuò a esercitare grande influenza a corte fino al 1617). Nel 1616 concluse il trattato di Loudun con la nobiltà ribelle, concedendole l’amnistia. Nel 1617 confinò la madre a Blois e fece assassinare Concini sostituendolo con Albert de Luynes, mentre nel paese si profilava la minaccia di una nuova guerra civile di carattere religioso. Riprese le ostilità con gli ugonotti nel 1621, l’anno seguente concluse con loro il trattato di Montpellier, che confermava le condizioni fissate nell’editto di Nantes. Alla morte di de Luynes (1621), a corte crebbe progressivamente l’influenza del cardinale Richelieu che, nominato primo ministro nel 1624, improntò in senso assolutistico la politica di Luigi XIII. Agli ugonotti, dopo la resa di La Rochelle nel 1628 e la nuova breve rivolta del 1629, la pace di Alais e l’Editto di Grazia sottrassero ogni forma di autonomia politica. Alla nobiltà riottosa vennero date prove di intransigenza: nel 1632 il duca Enrico II di Montmorency fu decapitato; la stessa sorte toccò, nel 1642, al marchese di Cinq-Mars. Nel 1630 Maria de’ Medici, che aveva cercato di far licenziare Richelieu, fu costretta ad abbandonare la Francia. Per costituire un apparato amministrativo più efficiente e legato alla corona venne accresciuto il numero degli “intendenti”, rappresentanti diretti del sovrano, e ridotti i poteri dei governatori delle province. In politica estera fu avviata una strategia antiasburgica che si concretizzò, nel 1635, con l’intervento francese nell’ultima fase della guerra dei Trent’anni. Alla morte di Richelieu, nel 1642, Luigi XIII affidò la carica di primo ministro al cardinale Mazarino.